L’Aquila, consiglio comunale sul cementificio. Ci saranno controlli aggiuntivi

Un protocollo aggiuntivo rispetto alle autorizzazioni Aia, per aumentare i controlli sui possibili effetti che l’utilizzo dei cosiddetti rifiuti Css (Combustibile solido secondario) potrebbero avere sulla salute delle persone e sull’ambiente. E’ quanto il Comune di Cagnano Amiterno si appresta a firmare con l’università dell’Aquila e con la Regione Abruzzo.

Il protocollo sarà pronto in vista della ripresa delle attività del forno del cementificio di Cagnano – che dal 2 gennaio è gestito dal colosso Italcementi – fermo da gennaio perché il silo di stoccaggio del cemento è arrivato alla sua massima capienza.

Una questione, quella dell’utilizzo del css come combustibile (a Cagnano Amiterno utilizzato in aggiunta al carbone pet coc), che sta suscitando l’opposizione di alcuni cittadini – sono nati infatti alcuni comitati spontanei contrari – di tutto il territorio dell’Alta Valle dell’Aterno, ma anche prese di posizione di sindaci e di esponenti politici.

La sindaca di Cagnano Iside Di Martino ha intanto pubblicato sul sito del Comune una lunga lettera in cui ricostruisce l’ormai decennale storia del cementificio, che genera lavoro e occupazione con un indotto rilevante. Già nelle passate settimane i Comuni del comprensorio hanno approvato delle mozioni in cui chiedono rassicurazioni. Rassicurazioni che vuole anche il Consiglio comunale dell’Aquila, questa mattina in assiste straordinaria nella sala Tullio De Rubeis affollatissima, con lavoratori, sindacati, sindaci del territori ed esponenti della Asl, dell’Arta e della Regione.

Non esiste ancora uno studio epidemiologico sugli effetti dell’utilizzo del Css come combustibile, come spiega Sandro Gizzi medico del Servizio di igiene epidemiologica e sanità pubblica della Asl aquilana, la Asl sta predisponendo un progetto di sorveglianza sanitaria territoriale.

“Il Css non è una novità – spiega Gizzi – è un prodotto derivato da una normativa nazionale che consente dando seguito al decreto 152 del Codice ambientale, il riutilizzo di questa parte di rifiuti. Nel caso specifico di Cagnano Amiterno esistono tutte le autorizzazioni richieste dalla normativa. Nel momento del nostro accesso con il Servizio di Igiene e Sanità pubblica gli impianti erano fermi e dunque non ci sono riscontri di tipo epidemiologico. Da parte della Asl c’è intenzione di approfondire eventualmente con una sorveglianza sanitaria, coinvolgendo anche i medici di medicina generale, i cosiddetti medici sentinella, con cui portare avanti una valutazione possibilmente di tipo epidemiologico che, però, ha bisogno di tempo. Al momento non si può fare altro. La normativa stessa dà compito a un organo tecnico, che è Arta, di fare dei controlli e di seguire l’evoluzione”.

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