Dopo la pioggia torna il divieto di balneazione temporaneo nel tratto di litorale antistante a via Leopardi a Pescara. Un fenomeno che si ripete. Perché sempre lì? Lo spiega l’assessore al demanio marittimo Eugenio Seccia
A causa delle abbondanti precipitazioni dell’altro ieri e di ieri, l’Aca ha attivato le procedure consequenziali e autorizzate che prevedono lo sversamento nel fiume Pescara delle acque provenienti dalla rete fognaria sovraccaricata dalle acque piovane, per cui il Comune ha imposto ieri il divieto di balneazione nelle acque di mare del transetto di costa denominato “zona antistante a via Leopardi”, il più vicino alla foce, che comprende gli stabilimenti balneari da La Capannina fino a La Vongola. Si tratta di un divieto temporaneo, adottato in via prudenziale per scongiurare qualsiasi ragionevole rischio per la salute dei bagnanti. Uno stop che rimarrà in vigore fino all’ottenimento di risultati analitici confortanti. Cioè fino all’esito delle analisi dell’Arpa sulla qualità delle acque di balneazione per accertare l’eventuale superamento dei limiti dei parametri microbiologici, poiché in attesa della fine degli sversamenti. L’assessore Seccia spiega che si tratta di una questione di correnti che porta le acque grigie del fiume in quel tratto di mare vicino alla foce. Ora l’Aca sta realizzando le vasche di prima pioggia, 10 in totale in città, che dovrebbero mettere fine a questa problematica. Precisa che si tratta di un provvedimento precauzionale per tutelare la salute dei bagnanti, visto che nel tempo si è visto che dopo le piogge in quella zona c’è un aumento degli inquinanti. Una volta ultimate le analisi dell’Arpa si potrà tornare alla normalità.
