Il regista Montaldo: “Riabilitare Sacco e Vanzetti vittime dell’intolleranza”

sacco-vanzetti1

Il regista Montaldo: “Riabilitare Sacco e Vanzetti vittime della intolleranza”, lo ha detto nel corso di una intervista realizzata dall’ex commissario di Polizia, il pescarese Ennio Di Francesco.

Giuliano Montaldo ha girato un film, nel 1971, con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla che narra la vicenda realmente accaduta a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti a inizio Novecento, condannati a morte per rapina a mano armata e omicidio, con un processo sommario che, anzi, evidenziava la loro innocenza. Montaldo fa un appello raccolto dall’ex commissario di Polizia, il pescarese Ennio Di Francesco, testimone di tanti fatti di cronaca del ‘900, di come i due Italiani debbano essere riabilitati agli occhi del mondo. Domani, 23 agosto, l’anniversario della loro morte per mezzo della sedia elettrica, nel 1927, a Charlestown.

A seguito di un attentato dinamitardo attribuito al movimento anarchico e mai rivendicato, vengono rastrellati numerosi italiani. Sacco e Vanzetti sono trattenuti con l’accusa di rapina a mano armata e omicidio. Il processo evidenzia non solo la loro innocenza ma la volontà delle autorità statunitensi di compiere un gesto di rappresaglia politica, condannando a morte in maniera esemplare i due anarchici italiani. A nulla serviranno le numerose mobilitazioni della comunità locale, non solo quella italiana, e i numerosi comitati di liberazione. Vanzetti inoltrerà invano domanda di grazia, pentendosi successivamente, e lodando il coraggio di Sacco, che non piegandosi alla richiesta di clemenza, avrà dato piena testimonianza della propria innocenza. Sacco e Vanzetti moriranno sulla sedia elettrica”.

Ferdinando Nicola Sacco nacque a Torremaggiore (in provincia di Foggia), il 22 aprile 1891  e Bartolomeo Vanzetti a Villafalletto (in provincia di Cuneo), l’ 11 giugno 1888. Sacco di professione faceva l’operaio in una fabbrica di scarpe. Vanzetti, invece, che gli amici chiamavano Tumlin, dopo aver a lungo girovagato negli Stati Uniti d’America facendo molti lavori diversi, rilevò da un italiano un carretto per la vendita del pesce; ma fece questo lavoro per pochi mesi. I due furono arrestati, processati e condannati a morte con l’accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio “Slater and Morrill” di South Braintree.

Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all’epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoghese Celestino Madeiros, che scagionava i due. I due furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, presso Dedham.

A cinquant’anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.

E tra coloro che hanno lanciato un appello per la riabilitazione totale di Sacco e Vanzetti, anche quella dello stesso regista Giuliano Montaldo, che oltre a girare il film sulla loro vita, ribadisce nell’intervista a Ennio Di Francesco di come debba essere riconosciuto che i due Italiani siano stati vittime della intolleranza.

Il servizio del Tg8