Trivelle in mare, Forum H2O : “Pessimo biglietto da visita”

Secondo il Forum H2O il provvedimento sul rilancio delle trivelle in mare annunciato dalla presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni è il pessimo biglietto da visita fossile con cui lo stato italiano si presenta alla conferenza sulla crisi climatica in Egitto

A parlare è Augusto De Sanctis secondo il quale si tratta di un attacco al mare e di ipocrisia in controtendenza rispetto al percorso della transizione ecologica.

< Per quanto riguarda trivelle e fossili, dal governo arriva un irresponsabile attacco al mare come biglietto da visita per la conferenza sulla crisi climatica dell’ONU. Ipocrisia su siccità e alluvioni e schizofrenia per l’azzeramento della pianificazione approvata pochi mesi fa. Per non parlare del favoritismo per petrolieri e aziende energivore. Nel frattempo al Ministero dell’Ambiente ogni giorno depositati progetti immediatamente realizzabili per solare ed eolico per migliaia di MW di potenza, come tante centrali nucleari. Si raschia il fondo del barile, è il caso di dirlo, con una norma che abbassa le tutele per i mari italiani già pesantemente colpiti dai cambiamenti climatici con temperature dell’acqua del tutto insostenibili.

Si tratta di una norma ipocrita proposta da chi da un lato piange i morti delle alluvioni e grida all’emergenza siccità e dall’altro fa qualche favore ai petrolieri che ci hanno portato sulla soglia del disastro climatico irreversibile. Fa sorridere amaramente ascoltare le parole della presidente del consiglio, una politica che votò Sì al referendum per bloccare le trivelle in mare qualche hanno fa, mentre sul sito WEB del ministero dell’ambiente campeggiano slogan sull’impegno dell’Italia per il contrasto ai cambiamenti climatici (!).

Ricordiamo che il metano è un vero e proprio killer del clima se emesso tal quale in atmosfera; lungo la filiera ci sono perdite consistenti come dimostrano ormai tanti studi per cui si è chiarito da tempo che questo gas non può essere certo la fonte energetica di transizione. E’ una norma schizofrenica e poco seria per un paese, visto che di fatto si annulla la pianificazione, il Piano delle Aree compatibili per le estrazioni (PITESAI), approvato dallo stato appena un anno fa dopo averlo sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica secondo le norme comunitarie che a questo punto rischiano di essere violate esplicitamente.

E’ pure uno specchietto per le allodole perché riguarda un aumento della produzione per 1,5 miliardi di mc all’anno, il 2% degli attuali consumi nazionali, quando nel 2022 l’Italia ha esportato – ripetiamo, esportato – in altri paesi già 2,7 miliardi di mc. In realtà si sblocca solo qualche asset incagliato per i petrolieri che ora possono valorizzarlo in bilancio, aumentando ulteriormente profitti già esorbitanti (basti pensare che ENI ha già 10 miliardi di utili nel 2022).

Soprattutto, se pure il meccanismo previsto dovesse funzionare per i piccoli volumi di gas estraibili, avvantaggerà paradossalmente poche aziende energivore con bollette calmierate. Praticamente uno schiaffo agli imprenditori che hanno puntato su efficienza, tecnologia e rinnovabili e ai cittadini italiani che rimarranno con le stesse bollette di prima.

Il tutto avviene  mentre ogni giorno vengono depositati al Ministero dell’Ambiente centinaia di progetti per sfruttare la vera risorsa che l’Italia ha in abbondanza, il sole. Per dire solo il 26 ottobre sono stati depositati 13 progetti riguardanti la produzione da solare ed eolico per un totale di 696 MW di potenza installata, pari a una piccola centrale nucleare. Quattro progetti il 31 ottobre, quattro il 2 novembre; ogni giorno, da mesi, è più o meno così. Moltissimi di questi interventi ha anche gli accumuli. Solare, eolico e altre rinnovabili producono energia a prezzi bassissimi; assieme a efficienza e risparmio sono l’unica strada da seguire” (https://va.mite.gov.it/it-IT/Procedure/AvvisiAlPubblico?pagina=1).

Si tratta solo di un manifesto di negazionismo climatico antiscientifico, visto che da anni tutti gli scienziati in coro, e anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ricordano che per evitare il disastro definitivo sul clima bisogna lasciare le fossili, metano, carbone e petrolio, sottoterra>.