Inverno senza legna da ardere? Appello degli Agronomi alla Regione

L’ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Pescara lancia un appello alla Regione chiedendo di accelerare il rilascio dei nulla osta per i tagli boschivi e che siano dei tecnici esperti a farlo. Si rischia un inverno al freddo per carenza di legname afferma il presidente Paolo Sonni

Si prevede un inverno freddo per le popolazioni delle aree interne e montane abruzzesi a causa della farraginosità delle procedure per il rilascio del nulla osta per i tagli boschivi e i prezzi della legna sono destinati ad aumentare: il presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia Pescara Paolo Sonni lancia un appello alla Regione e chiede che  siano tecnici esperti a occuparsi della Vinca.

Il presidente Sonni spiega che <Ad aggravare la situazione di questo rimpallo delle responsabilità regionali fra Servizio Foreste, tecnici progettisti e chi fa le osservazioni è la mancanza nella Commissione Valutativa delle Vinca di un tecnico Agronomo e/o Forestale figure professionali che hanno competenze e conoscenze nelle Scienze Forestali. Cosa che ad esempio non accade nella commissione cave dove invece c’è anche il professionista geologo e ingegnere competente in materia. La valutazione di incidenza ambientale (VINCA) è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat” e recepita dallo Stato italiano con il DPR 357/97. Fino a poco tempo fa veniva esaminata dagli enti gestori delle aree Sic e ZPS che a secondo dei casi potevano essere i parchi nazionali e regionali, le riserve naturali o i comuni o la stessa regione, cioè gli enti preposti in cui ricadevano le aree di cui sopra. Questi esaminata la VINCA redatta da un tecnico rilasciavano il nulla osta o meno con le relative prescrizioni del caso a cui il proponente del progetto/piano doveva adeguarsi. Nello specifico ovvero tagli colturali del bosco, una volta che l’ente preposto rilasciava il nulla osta di concerto con la Regione, veniva autorizzato il taglio colturale del bosco. Si fa presente che in Abruzzo le amministrazioni comunali presentano progetti di taglio per ricavare la legna da ardere e soddisfare il diritto di legnatico per le popolazioni locali il cosiddetto diritto di uso civico presente già dal 1600.

Ora senza entrare nel merito sulla legittimità dal punto di vista legislativo, la procedura innescata cioè di pubblicare le Vinca con i relativi progetti che possono essere osservati da chiunque, entro il limite di trenta giorni dalla pubblicazione, può durare dei mesi come di fatto sta accadendo, con un continuo rimpallo tra il proponente del progetto/piano e chi fa le osservazioni. Infatti la Regione, ovvero il Servizio Foreste E Parchi, si limita a trasmette le osservazioni, senza nemmeno vagliarle, al proponente che deve rispondere entro 30 giorni e che a sua volta possono essere di nuovo osservate decorrendo altri 30 giorni e così all’infinito. Quello che sta accadendo e che tutti i progetti e i piani di fatto sono fermi, impedendo il reperimento estivo della legna che serve per riscaldarsi l’inverno. Con questa procedura, tra l’altro, sono stati di fatto esautorati i Parchi e gli enti gestori delle aree SIC e ZPS che rilasciavano i nulla osta., dando voce invece a gente non sempre preparata e che tante volte non conosce la materia.

Ad aggravare la situazione di questo rimpallo delle responsabilità regionali fra Servizio Foreste, tecnici progettisti e chi fa le osservazioni è la mancanza nella Commissione Valutativa delle Vinca di un tecnico Agronomo e/o Forestale figure professionali che hanno competenze e conoscenze nelle Scienze Forestali.  Cosa che ad esempio non accade nella commissione cave dove invece c’è anche il professionista geologo e ingegnere competente in materia. Chiaramente i Comuni sono impotenti a questi rimpalli come i professionisti che vedono il lavoro fatto invano e utilizzazione boschiva che salta l’anno silvano già stretto per i tanti vincoli presenti e per le condizioni metereologiche che non permettono di eseguire interventi durante il periodo invernale per la presenza della neve. Ricordiamo che le Scienze Forestali non insegnano a deforestare ma a prelevare il necessario migliorando il bosco in termini strutturali, aumentandone la biodiversità vegetale e animale e prevenendo gli incedi.

La nostra competenza è completa a differenza di altre professionalità che solo parzialmente conoscono il complesso ecosistema forestale. Tutti i tagli boschivi presenti in Regione e ora bloccati sono tutti sostenibili, previsti su superfici di ridotte dimensioni rispetto all’immensa superficie forestale regionale, spesso volti ad avviare cedui in altofusto più utile per la fauna e l’avifauna ma non scordiamo che anche il ceduo, garantisce biodiversità contemporaneamente ai bisogni dell’uomo. Per concludere, contrariamente a quanto avviene nelle Regioni italiane, in Abruzzo con un passaggio troppo zelante si è data voce a chi non ha le competenze e si è bloccato tutto il settore e impedito il diritto delle popolazioni montane a rifornirsi di legna per l’inverno. Questo si aggiunge alla crisi energetica del gas e alla già mancanza di legna sul mercato in tutta Italia e il blocco delle importazioni dell’Est Europa per questioni contingentali legate alla situazione internazionale. Da qui l’appello alla Regione a risolvere questo problema che si ripercuote sui cittadini>.