Stupro a Pescara, il senegalese resta in carcere

Il senegalese di 61 anni arrestato il 25 agosto con l’accusa di aver stuprato una donna di 39 anni nel giardinetto del terminal bus di Pescara rimane in carcere.

Lo ha deciso, ieri, 14 settembre, il Tribunale del riesame dell’Aquila che ha respinto il ricorso in cui  il difensore del sessantunenne, l’avvocato Stefano Sassano, chiedeva che il suo assistito potesse tornare in libertà. Il senegalese si difende e ribadisce che non c’è stata violenza sessuale ma che il rapporto con la donna è stato consensuale e di aver trascorso alcune ore insieme alla trentanovenne vicino al terminal dei bus, dalle ore 11 fino a momento in cui è scattato l’allarme per il presunto stupro, verso le 14 del 25 agosto scorso. Il Tribunale del Riesame, invece, ha tenuto conto delle testimonianze delle persone presenti che avevano lanciato l’allarme chiedendo l’intervento della polizia affermando di aver assistito alla presunta violenza sessuale. Inoltre la presunta vittima, in cura presso il Centro di Igiene Mentale aveva assunto farmaci e poi alcol che le è stato offerto dal senegalese e quindi al momento del rapporto sessuale non sarebbe stata in grado di intendere e di volere..