Premio Borsellino, Pinuccio Fazio: “Perdoniamo e sconfiggiamo insieme le mafie”

Oggi a Pescara, nell’ambito “del Premio Borsellino”,  Pinuccio Fazio ha raccontato la storia del figlio Michele, ucciso per errore dalla mafia pugliese nel 2001,  e ha invitato i giovani a perdonare ma soprattutto a non finire nelle maglie della criminalità. L’abbraccio con il questore Luigi Liguori che ha contribuito all’arresto degli autori dell’omicidio.

Salvare i giovani facendo in modo che non finiscano nelle mani delle mafie è la sua ragione di vita. Per questo motivo gira tutta l’Italia per incontrare i ragazzi nelle scuole, nelle piazze, nelle associazioni, nelle parrocchie. Pinuccio Fazio ha perso il figlio Michele ma ne ha guadagnati altri mille.

Un proiettile vagante, la sera del 12 luglio del 2001, ha raggiunto Michele Fazio, tra i vicoli di Bari vecchia, mentre stava rientrando a casa per cenare con tutta la famiglia. Il quindicenne è stato ucciso da uno dei colpi esplosi nel corso di un regolamento di conti fra bande rivali della Sacra Corona Unita. Gli autori dell’omicidio sono stati arrestati grazie al capo della squadra mobile della questura di Bari, oggi questore di Pescara, Luigi Liguori. Commovente l’abbraccio con Pinuccio Fazio alla presenza della dirigente dell’Istituto Comprensivo 4 Daniela Morgione e di Leo Nodari, fondatore del Premio”Paolo Borsellino”.

Oggi a Pescara, nell’ambito delle iniziative organizzate dal Premio, a 30 anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, Pinuccio Fazio, incontrando gli studenti della scuola primaria “Michetti Pascoli”, che fa parte dell’Istituto Comprensivo numero 4, ha ricordato che : <Nonostante il dolore immenso, ho trovato la forza di parlare e raccontare la storia di Michele, i suoi sogni, le sue speranze. Ma, soprattutto, sono riuscito, insieme a mia moglie, a perdonare i colpevoli. Il mio compito non è sconfiggere le mafie, questo è compito delle forze dell’ordine e della magistratura. Il mio impegno è quello di salvare i giovani, di fare in modo che non finiscano nelle mani delle mafie >.

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