Pescara ricorda Giovanni Palatucci, il questore di Fiume che salvò gli ebrei dal genocidio

A Pescara oggi si è svolta una cerimonia di commemorazione del questore di Fiume Giovanni Palatucci, riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”  e “Beato” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei.

117.826 è il numero tatuato sul braccio dell’uomo che ha salvato oltre 5mila ebrei dal genocidio. Il questore di Fiume Giovanni Palatucci aveva 36 anni quando, il 10 febbraio del 1945, morì  nel campo di concentramento di Dachau.

Tante autorità civili e militari si sono ritrovate, questa mattina, in piazza Italia, vicino alla targa, a lui intitolata per commemorare un eroe che ha sacrificato la sua vita per salvare quella degli altri.

Il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il questore Luigi Liguori e il sindaco Carlo Masci hanno ricordato alle autorità presenti e agli alunni di tre quarte classi del Liceo classico “Gabriele D’Annunzio” la figura di Palatucci, medaglia d’oro al merito civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei.

Una studentessa, parlando di Palatucci , ha ricordato un aforisma di Cicerone: < Non siamo nati soltanto per noi stessi> e ha citato una frase di John Fitzgerald Kennedy: <Senza voler togliere nulla a quel genere di coraggio che porta alcuni uomini a morire, non dobbiamo dimenticare quegli atti di coraggio grazie ai quali gli uomini vivono; il coraggio della vita quotidiana è spesso uno spettacolo meno grandioso del coraggio di un atto definitivo, ma resta pur sempre una miscela magnifica di trionfo e di tragedia…
Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell’esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la proprio coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care.
Ogni uomo deve decidere da sé stesso qual è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio… per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima>.

Il 13 settembre del 1944 il funzionario di polizia viene arrestato dal tenente colonnello Kappler delle SS e rinchiuso nel carcere di Trieste, da cui, il 22 ottobre, viene trasferito nel campo di sterminio di Dachau, dove muore il 10 febbraio 1945, pochi giorni prima della Liberazione.

Nel 2000 il Vicariato di Roma ha emanato un Editto per l’apertura del processo di beatificazione del “Servo di Dio Giovanni Palatucci”, avvenuta il 9 ottobre 2002, e , in occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, papa Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX Secolo.

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