Pescara: incontro con la Fondazione Isal sul dolore cronico e sul libro “Il vaso rovesciato”

Giovedì 24 ottobre a Pescara si terrà un incontro promosso da Isal-Ricerca sul dolore nel corso del quale sarà presentato il libro “Il vaso rovesciato ”  il cui ricavato sarà devoluto alla Fondazione.

Approda anche a Pescara l’iniziativa del vicepresidente della Fondazione Isal-Ricerca sul dolore, il professore Gianvincenzo D’Andrea, da anni impegnato nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema del dolore cronico, la malattia più diffusa fra la popolazione italiana visto che soffrono più di 13 milioni di persone e di esse 4 milioni non riescono ad accedere alle cure di cui avrebbero bisogno. Il professore D’Andrea ricorda che tali cure, peraltro, sono indicate nella Legge 38 / 2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore”.

Nella sala dei Marmi- Tinozzi della Provincia di Pescara, il 24 ottobre, nel corso dell’incontro, che avrà inizio alle ore 17,30, sarà presentata la molteplice attività svolta dalla Fondazione Isal e verrà affrontata anche la situazione specifica della realtà abruzzese che presenta centri di eccellenza nella Terapia del dolore ma anche aspetti di criticità in ambiente ospedaliero.

Tali temi saranno affrontati grazie al contributo della dottoressa Maria Assunta Ceccagnoli, presidente dell’Ordine dei Medici di Pescara e della dottoressa Rosamaria Zocaro, direttore dell’U.O. di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile di Pescara.

Nel corso dell’incontro verrà presentato, dalla poetessa e scrittrice Flora Amalia Suarez Cardenas, anche il libro “Il vaso rovesciato “ scritto dal dottor Nino De Bonitatibus , ginecologo sulmonese, stampato per raccogliere fondi per finanziare la ricerca sul dolore cronico.

Coordina gli interventi la giornalista di Rete 8 Gigliola Edmondo.

Il volume scritto da De Bonitatibus ” Non è un romanzo né un giallo né un libro storico. Possiamo definirlo verosimilmente un racconto, il racconto della propria vita di ragazzo studente poi marito poi medico poi padre, il racconto che quest’uomo fa a sua figlia morta improvvisamente dopo una lunga malattia durata trentatré anni. Insieme alla moglie, scomparsa da poco più di un anno per un microcitoma polmonare, egli si è preso cura ogni istante della figlia e solo davanti al suo lettino ormai vuoto si accorge di non averle mai raccontato neppure una favola. Così le dice di come s’innamorò della sua mamma, del suo trascorso universitario durante la fine degli anni sessanta. Insomma di tutto il suo vissuto prima e dopo la nascita di lei. Fino al tempo in cui lui perde entrambe. Pagina dopo pagina egli costantemente cerca di dissipare il buio della sua sofferenza e di quella delle persone a lui più care, riconoscendo che in fondo se il dolore può rovesciare una vita, solo attraverso una responsabile accettazione può anche determinare il preludio di una rinascita. Se egli stesso sia riuscito a farne una reale premessa non è dato sapere, ma si può essere ben certi  del messaggio che il libro si propone di dare”.