Pescara: 100 anni fa il bombardamento

Commemorazione del centenario del bombardamento di Pescara avvenuto durante la prima Guerra Mondiale. Inaugurata una lapide in ricordo delle vittime.

La lapide, restaurata, posta sulla facciata del fabbricato dell’ex Ferrhotel a Pescara ricorda le tre vittime del bombardamento a Castellammare Adriatico , durante la prima Guerra Mondiale. La lapide è stata restaurata recentemente con il taglio del 20 % dell’indennità dell’assessore comunale alle Tradizioni Cittadine Paola Marchegiani. Alla cerimonia svoltasi, questa mattina, hanno partecipato le massime autorità civili e militari e gli alunni della classe quinta dell’Istituto Comprensivo numero 4 della Scuola Primaria ” San Giovanni Bosco” di Pescara. Il sindaco Marco Alessandrini ha detto che una “comunità senza memoria è come una pianta senz’acqua” mentre lo storico Licio Di Biase ha ricordato i momenti salienti del bombardamento di Castellammare in cui persero la vita Giuseppina D’Emilio, Giulia D’Agostino in Collini e Massimo Valentini. Cinque aerei austriaci il 4 maggio del 1917 sorvolarono la foce del fiume per colpire la Montedison di Piano d’Orta e due bombe furono sganciate anche su Castellammare. Presenti alla manifestazione anche il vice sindaco Antonio Blasioli e il presidente del Consiglio comunale Francesco Pagnanelli.

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L’assessore Marchegiani spiega che “Il restauro è stato eseguito da Giorgio Mori, docente della cattedra di Restauro nell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila, aiutato da due collaboratori che sono rimasti a Pescara quattro giorni e mezzo per effettuare questo lavoro. “Mi sono impegnata personalmente per restituire alla città qualcosa che gli appartiene, com’è accaduto per il progetto di illuminazione del Museo Cascella, che accenderemo entro maggio e come accadrà anche per lo smontaggio, il trasporto e il recupero della grande opera ceramica di Di Prinzio che si trova davanti all’ingresso delle Naiadi. Tutti questi interventi di restauro vedono impegnata la cattedra del professor Mori e l’Accademia.La targa restituisce la memoria di quel bombardamento: 5 velivoli austriaci ci colpirono, due le ipotesi del senso dell’operazione. La prima vede la strategia di colpire Piano D’Orta e Bussi dove si producevano materiali per l’industria bellica avversaria. La seconda ipotesi suggerita da Antonio Bini, uno studioso di storia e delle nostre origini, arriva dal francese Gabriel Faure che nel suo libro di viaggi, Pellegrinaggi Italiani, raccontò anche il suo passaggio a Pescara e vide in quelle bombe un’azione contro d’Annunzio e il suo irredentismo”.

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