Operazione Poseidon: Una motovedetta anche da Pescara

Operazione Poseidon: Una motovedetta anche da Pescara, in Grecia, per partecipare alle attività di ricerca e  soccorso agli immigrati provenienti dal Nord Africa.

A partire dalla fine dello scorso mese di gennaio la motovedetta CP 292 della Capitaneria di porto di Pescara, con a bordo l’equipaggio pescarese comandato dal 1°Maresciallo Luciano Sebastio,  si è inserita nell’operazione Poseidon rapido intervento disposta e finanziata da Frontex, l’Agenzia europea per il coordinamento e il pattugliamento delle frontiere, in risposta alla richiesta avanzata dal Governo greco di potenziare la sorveglianza delle proprie frontiere nel mar Egeo e agevolare le pratiche di identificazione e registrazione dei migranti. Il comando della Capitaneria di porto di Pescara ha approntato in pochi giorni l’equipaggio ed il mezzo navale da inviare in missione. Il dispositivo italiano prevedeva anche l’impiego di un elicottero della neonata sezione elicotteri del 3° Nucleo Aereo di Pescara e di una motovedetta Classe 300 della Direzione Marittima di Catania. Ma la prima a partire è stata proprio la motovedetta d’altura CP 292, l’unità maggiore della flotta in forza alla Guardia Costiera di Pescara, equipaggiata delle migliori strumentazioni per l’attività di soccorso in alto mare e condotta da un equipaggio di nove militari altamente qualificati, affiancati, per l’occasione, da un sommozzatore e un soccorritore navale (un operatore addestrato per il recupero a nuoto dei naufraghi) in servizio presso la Guardia Costiera di Giulianova. La motovedetta ha mollato gli ormeggi dal porto pescarese il 18 gennaio e, dopo tre giorni di navigazione, il giorno 21 ha attraccato al porto dell’isola di Kos, per iniziare il 22 gennaio l’attività di pattugliamento e le operazioni di intercettazione e trasbordo dei migranti. L’intensa attività degli equipaggi pescaresi impiegati nello scenario operativo greco si è concentrata per lo più nelle ore notturne, in occasione delle partenze dei migranti dalle coste turche, ed è stata resa particolarmente complessa dalla difficoltà di intercettare le fatiscenti imbarcazioni di piccole dimensioni utilizzate dai migranti nelle loro traversate. I dati della missione: più di 700 ore di moto in 65 giorni di attività, 4.150 le miglia percorse (7.685 Km circa) alla ricerca delle piccole imbarcazioni di disperati. Sono stati 426 i migranti tratti in salvo, tra uomini, donne e bambini di nazionalità pakistana, afghana e siriana. Una volta individuate, le imbarcazioni sovraccariche di migranti venivano avvicinate con una serie di manovre atte ad evitarne il ribaltamento nelle gelide acque dell’Egeo e gli occupanti venivano trasferiti a bordo, dove i militari provvedevano a fornire loro coperte termiche, cibi caldi e acqua. Dopo due mesi di attività la motovedetta é rientrata a Pescara lo scorso 31 marzo.