Nuovo regolamento per l’AMP Torre del Cerrano

 La biodiversità dell’AMP Torre del Cerrano ha un amico in più: atteso da sette anni, è stato pubblicato a fine gennaio il nuovo regolamento dell’Area Marina Protetta.

E’ stato pubblicato il regolamento di esecuzione ed organizzazione dell’Area Marina Protetta, un nuovo regime normativo che, oltre ad essere più strutturato rispetto alle peculiarità del territorio, recepisce delle forme di gestione del demanio che il Consorzio ha messo a punto insieme ai due Comuni interessati. Nelle 36 pagine e nei 39 articoli sono contenute anche le nuove norme che disciplinano la pesca e la nautica all’interno dell’AMP Torre del Cerrano.

“Il Regolamento di Esecuzione e Organizzazione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano è realtà. – dice il Presidente Leone Cantarini – Si tratta di un traguardo non solo importante, ma direi anche vitale per l’AMP Un punto fermo che evita qualsiasi disputa interpretativa e che fissa in modo preciso limiti e le competenze. Insomma possiamo dire l’AMP da oggi è una realtà imprescindibile del nostro territorio”.

L’iter procedurale era iniziato nel 2010, ma aveva subito diversi rallentamenti per alcune problematiche operative tra Ministero e Commissione di Riserva. Il nuovo Consiglio di Amministrazione si è impegnato sin dal 2015 coinvolgendo sia i due Comuni interessati dall’Area che gli operatori balneari, i pescatori, i diportisti, le associazioni e i cittadini. In un anno è nato il Regolamento, uno strumento che ha valenza di legge a partire dall’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto ministeriale di approvazione.

“La pubblicazione del Regolamento – si legge nella nota dell’AMP – consente di superare la situazione di stallo e difficoltà che si era venuta a creare nell’Area Marina Protetta dopo l’approvazione da parte della Regione Abruzzo, lo scorso 27 dicembre 2016, delle Misure Minime di Conservazione dei Siti di Interesse Comunitario. Misure queste che, essendo state approvate in maniera generica e valide per l’intera regione, per alcuni aspetti, non consentiva più, a molti operatori del posto, di proseguire con le proprie attività per quanto queste si fossero adeguate anche su richiesta dell’Area Marina Protetta alle forme di sostenibilità della gestione turistica dei luoghi”.