Maxi Manzo rende omaggio all’Abruzzo con il docufilm “El Vestito De Dora”

Maxi Manzo, vincitore della sezione Giovani del Premio internazionale “Ennio Flaiano” di Italianistica, al Tg8 racconta il  suo legame con l’Abruzzo e il docufilm “El Vestito De Dora”.

Maximiliano Manzo, detto Maxi, avvocato, musicista e operatore culturale ha un legame speciale con le sue radici italiane ed è un membro della Rete dei Giovani Italiani nel Mondo della Commissione VII Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che include circa 150 rappresentanti under 35 delle collettività italiane all’estero e componente del CRAM – Consiglio regionale Abruzzesi nel Mondo.

Sul palco del teatro d’Annunzio di Pescara ha ritirato il premio Flaiano per l’Italianistica, sezione intitolata a Luca D’Attanasio. L’iniziativa è promossa nell’ambito della 49esima edizione dei Premi Internazionali Flaiano in collaborazione con il ministero degli Affari esteri, della cooperazione internazionale e con gli istituti italiani di cultura all’estero, con lo scopo di promuovere la cultura italiana nel mondo attraverso le giovani generazioni che utilizzano le nuove tecnologie. La giuria, composta da esperti di cultura internazionale, ha indicato in Maxi Manzo, ideatore, sceneggiatore e interprete del docufilm “El Vestido de Dora”, l’autore più rappresentativo tra i giovani che utilizzano nuovi strumenti di comunicazione per la promozione della cultura italiana. In questo caso, la cultura di riferimento è quella del centro-sud d’Italia, prevalentemente quella regionale abruzzese.

Il documentario racconta l’esperienza di Maxi Manzo e di altre persone che, come lui, hanno intrapreso un percorso di ricerca delle proprie radici, con l’idea di trasmettere un messaggio positivo che invogli altri italo-discendenti a realizzare la stessa esperienza. La sua narrazione parte da Tornareccio, paese della provincia di Chieti di cui è originaria la nonna Dora, che con i suoi racconti sulle tradizioni e le storie d’Abruzzo ha segnato la giovinezza di Massimiliano spingendolo a conoscere da vicino i luoghi che gli descriveva fin da piccolo.

Attraverso le testimonianze dei nonni italiani emigrati in Argentina (il nonno era molisano) e i numerosi filmati dell’archivio di famiglia, il documentario si sviluppa attraverso il racconto della comunità italiana d’oltre oceano negli anni ’60 e la nascita di nuovi costumi che rappresentano la fusione delle tradizioni di entrambi i Paesi. Viene anche messo in luce il ruolo delle comunità italiana e abruzzese in Argentina, che con le loro reti associative e le tante attività, incoraggiano i giovani discendenti ad esprimere le proprie vocazioni. Il docufilm ha ricevuto un sostegno economico da parte del CRAM sulla base degli avvisi per contributi per attività culturali anni 2020 e 2021 messi in campo dalla regione Abruzzo e gestiti dall’Ufficio Emigrazione.

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