Licenziamenti Brioni: i sindacati in stato di agitazione

I sindacati Filctem-Cgil, Uiltec-Uil e Femca-Cisl lanciano un nuovo appello sui licenziamenti alla Brioni di Penne. Proclamato lo stato di agitazione e. se non ci sarà l’atteso incontro con l’azienda, anche una eventuale mobilitazione con un pacchetto di otto ore di sciopero

I segretari di Filctem-Cgil Antonio Perseo, di Uiltec-Uil Debora Del Fiacco e della Femca-Cisl Leonardo D’Addazio chiedono con forza il ritiro della procedura di licenziamento e il ripristino di un tavolo negoziale per trovare soluzioni alternative.

I rappresentanti dei tre sindacati dopo le assemblee svolte in Brioni affermano che: < Non bisogna dimenticare il sacrificio di 260 firmatari di accordo di licenziamento con la non opposizione ad esso. Vogliamo che l’azienda si impegni a riqualificare ulteriore personale oltre alle 25 maestranze che sono state già adibite a nuove mansioni. Dalle assemblee sono emerse le paure e la rassegnazione dei lavoratori e delle lavoratrici, che ormai da molti anni vivono in un clima di tensione e timore di perdere il posto di lavoro. Questo clima è dovuto alle continue procedure di riduzione del personale iniziate ormai dal lontano 2009. Di seguito elenchiamo le procedure di licenziamento:

2009, circa 150 posti di lavoro persi con Procedura di mobilità quasi esclusivamente per raggiunti fini pensionistici;

2010/2011 chiusura divisione Donna a Collecorvino (Congiunti) con la perdita di ulteriori circa 20 posti di lavoro;

2014 procedura di mobilità per lavoratori indiretti per circa 60 dipendenti;

2016 circa 150 posti di lavoro in meno e riduzione orario di lavoro e di salario per circa 1000 dipendenti (Dichiarazione esubero iniziale 402 Fte)

Tra il 2016 e 2021 ulteriori procedure di licenziamento per circa 100 dipendenti

2020 mancato rinnovo dell’integrativo aziendale con ulteriore perdita salariale di circa 2500 euro medie annuali

2021/2022 Vertenza attuale con la dichiarazione di 321 Esuberi, procedura con il criterio della non opposizione, ancora in corso, con 235 persone che cesseranno il rapporto di lavoro il 31/12/2022.

In questo arco di tempo si sono persi più 700 posti di lavoro e la maggior parte dei lavoratori percepisce un salario molto inferiore rispetto al 2016, avendo visto diminuire l’orario contrattuale di lavoro e l’integrativo aziendale.

NON E’ ANCORA SUFFICIENTE??? In questo periodo dove al momento in azienda c’è lavoro, gli operai sono destabilizzati perché da una parte devono dare la disponibilità a lavorare per evitare la perdita di produzione, dall’altra il collega a fianco deve essere licenziato. Questa situazione non può essere più tollerata e per questo proclamiamo lo stato di agitazione e un eventuale pacchetto di otto ore di sciopero in attesa di un nuovo incontro>.