Lanciano: Roberto Cotroneo dialoga con gli studenti del “Galilei”

E’ il candidato al Premio Strega 2019, Roberto Cotroneo, il protagonista del penultimo appuntamento in programma il 15 marzo a Lanciano, con “Il Liceo scientifico alle Conversazioni del Venerdì”.

La rassegna di incontri, organizzata dal Liceo scientifico “Galileo Galilei”  in collaborazione con il Comune di Lanciano, per celebrare il 50esimo anniversario dell’Istituto, vedrà la presenza del candidato al premio Strega 2019 Roberto Cotroneo venerdì 15 marzo, alle ore 17.30  nel salone d’Onore della Casa di Conversazione.

Studenti e docenti, moderati dalla professoressa Annamaria Mililli, si confronteranno sul tema “Scrittura e processi creativi” con lo scrittore, giornalista e sceneggiatore, esperto conoscitore e studioso dei linguaggi contemporanei della comunicazione e degli orientamenti della letteratura contemporanea.

Cotroneo è in lizza per il premio Strega 2019 con “Niente di personale”, definito dalla scrittrice Dacia Maraini “Romanzo intenso e risoluto che ci riguarda, scritto in un italiano nitido ed elegante e con una struttura narrativa ostinatamente fuori dalle regole, che prova a dare risposte allo smarrimento che stiamo vivendo. Il romanzo racconta storie personali e di povertà che risalgono fino agli inizi del Novecento, accompagnato da una riflessione su quello che eravamo e poi non siamo più riusciti a essere”.

Il dirigente del Liceo scientifico “G.Galilei” Eliana De Berardinis esprime grande soddisfazione per essere riuscita, insieme al suo team docenti del dipartimento di materie letterarie, “A portare Cotroneo a Lanciano, e dare agli studenti la possibilità di ‘conversare’ con uno del massimi esponenti della letteratura contemporanea. Dopo l’appuntamento con Cotroneo, l’ultimo incontro con l’iniziativa “Il Liceo scientifico alle Conversazioni del Venerdì” è per venerdì 29 marzo con “Dialettica, disputatio, debate: storia di una prassi educativa” con il professore Matteo Giangrande, dottorando presso l’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara e docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico Galilei di Lanciano, la professoressa Annunziata Di Nardo, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico Galilei di Lanciano e la professoressa Graziella De Nardis , docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico Galilei di Lanciano”.

Chi è Roberto Cotroneo:

Romanziere, critico, saggista e fotografo, Cotroneo è tra i protagonisti della vita culturale italiana di questi trent’anni. Per oltre un decennio a capo delle pagine culturali dell’Espresso, oggi scrive per il Corriere della Sera. Ha pubblicato i romanzi: Presto con fuoco (1995), Otranto (1997), L’età perfetta (1999), Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome (2002), Questo amore (2006), Il vento dell’odio (2008), E nemmeno un rimpianto (2011), Betty (2013). E il nuovo: Niente di personale (2018). Tra i saggi: Se una mattina d’estate un bambino (1994), Eco: due o tre cose che so di lui (2002), Chiedimi chi erano i Beatles (2003), Il sogno di scrivere (2014), Lo sguardo rovesciato (2015), L’invenzione di Caravaggio (2018). E il libro fotografico: Genius Loci (2017): un progetto esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 2017 e poi al Castello di Otranto. Vive a Roma.

La trama di “Niente di personale”:

Il romanzo, candidato al “Premio Strega”, racconta di uno scrittore che ha lavorato a lungo nel mondo dei giornali e della cultura e si accorge d’un tratto, come per una strana epifania, di essere stato negli ultimi trent’anni il testimone di un tempo ormai perduto. Perché è scomparso il mondo di Moravia e Calvino, di Fellini e Sciascia? E il grande giornalismo, e l’anima delle grandi case editrici? Decide quindi di ricostruire il motivo per cui tutto questo è accaduto. Attraverso una scrittura densa e il confronto con personaggi un tempo importanti e oggi quasi ai margini del mondo culturale prova a raccontare la fine di un’epoca. Tutto avviene in una Roma rarefatta e logora, che assiste indifferente al mutare delle cose.

Un romanzo che è un atto di accusa stringente e radicale, la fotografia di quello che siamo diventati. L’inno a un tempo perduto, a un tempo cristallizzato e rivendicato: la storia e lo sguardo di un uomo capace di passione, indignazione, ironia, che fa del narrare invettiva e resistenza, perché la memoria a volte è l’unica chiave per salvare il nostro futuro.

 

Gigliola Edmondo: