Gas a Bomba, la Regione Abruzzo dice no

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Gas a Bomba o bomba a gas? Propende più per la seconda ipotesi la Regione Abruzzo che dice no al progetto in corso di Valutazione di Impatto Ambientale Nazionale.

La Regione si schiera apertamente e ufficialmente contro il progetto di estrazione di gas naturale nell’area di Bomba, nella provincia di Chieti. La Giunta regionale presenterà le proprie osservazioni alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sulla concessione “Colle Santo”, presentato dalla CMI Energia SpA per mettere in produzione un giacimento di gas naturale tra i Comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa e Colledimezzo. Il progetto prevede la costruzione di un gasdotto di circa 21 km, una centrale di trattamento gas nell’area industriale del Comune di Paglieta, due pozzi già esistenti a Bomba e la perforazione di ulteriori 2-3 pozzi. Agendo in linea con quanto dichiarato nei giorni scorsi, la Regione Abruzzo, in particolare il sottosegretario alla Presidenza con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, ha già inviato al Ministero dell’Ambiente la richiesta di attivazione di un’inchiesta pubblica nazionale per esaminare l’impatto ambientale del progetto.

Le motivazioni della posizione assunta dalla regione sono illustrate sia nel documento citato che nella relazione istruttoria: la criticità sollevate si basano anche su un precedente progetto, già bocciato:

“In sostanza – si legge nella nota della Regione – l’intervento è la riproposizione del già esaminato dal Comitato CCR-VIA della Regione Abruzzo per ben 5 volte. Le criticità sono state individuate nel mancato rispetto della sentenza del Consiglio di Stato n° 02495/2015 del 18 maggio 2015 (rischi per l’incolumità pubblica derivanti dal progetto); nell’insufficienza del quadro autorizzatorio; ancora criticità dell’Area dell’Intervento, dell’area pozzi e relative al tracciato della condotta di trasporto del gas ed agli attraversamenti delle zone SIC; nell’incompletezza delle informazioni sulle emissioni generate dall’impianto di ossidazione termica dei rifiuti e sul relativo impatto sulla qualità dell’aria (l’azienda intende installare un inceneritore di rifiuti); nella carenza di approfondimenti circa l’impatto dell’opera sulla qualità morfologica dei corpi idrici superficiali; nella carenza di approfondimenti circa l’impatto dell’opera su acque sotterranee, sorgenti ed opere di captazione; nella carenza della documentazione inerente la gestione di terre e rocce da scavo; nella mancanza di considerazioni sull’eventuale interferenza dell’opera con i siti a rischio potenziale; nelle carenze nella valutazione sull’impatto acustico dell’opera; nella inadeguatezza del Piano di Monitoraggio Ambientale rispetto alle Linee Guida del Ministero dell’Ambiente “Linee Guida per la predisposizione del Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA) delle opere soggette a procedure di VIA (D.Lgs.152/2006 e s.m.i.)”; nella insufficienza delle informazioni sull’impatto prodotto dall’opera in fase di realizzazione; infine, nella insufficiente analisi sui possibili effetti indotti dall’attività estrattiva su quella sismica dell’area di progetto”.