Gambardella sull’emergenza “Ferro di Cavallo” dichiara all’Ansa: “Non serve il presidio fisso di polizia”

Alla luce della brillante operazione dei carabinieri di oggi, con gli arresti ed il sequestro di droga, tra cui la pericolosissima “speedball”, dati precisi e commenti nel focus  sull’Ansa.

Nei primi 10 mesi del 2019 la sola Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri nella zona di Rancitelli a Pescara, considerata una delle centrali di spaccio principali d’Abruzzo, ha svolto circa 100 servizi.  A quanto si apprende quindi si tratta di un intervento ogni 3 giorni. Durante questi servizi sono state controllate oltre 2000 persone, con 30 arresti e 70 denunce. I militi hanno controllato oltre 1200 mezzi autoveicoli, e dato vita a 130 sequestri 130. Durante le operazioni è stato sequestrato anche un notevole quantitativo di droga. Lo scrive l’ANSA che a corredo propone una serie di commenti e reazioni, tra queste spicca quella del Colonnello Eduardo Gambardella, comandante provinciale dei Carabinieri a Pescara:

“Non è questo il contesto in cui parlarne, ma  un posto fisso delle forze dell’ordine nel quartiere Rancitelli non credo sia la soluzione migliore da adottare. I controlli sono continui da parte di tutti gli uomini delle forze dell’ordine con continui passaggi delle macchine di giorni e di notte, senza considerare anche la presenza di una caserma dell’Arma proprio a Rancitelli”

Questo, in qualche modo in risposta al vice presidente del Consiglio Regionale Domenico Pettinari che sempre all’ANSA aveva dichiarato:

“L’ operazione contro lo spaccio di droga è la dimostrazione eclatante che avevo ragione quando dicevo e sostengo ancora oggi che il Ferro di Cavallo del quartiere Rancitelli è un problema non locale ma nazionale . Per risolvere il problema non bastano i continui blitz delle forze dell’ordine che comunque sono importanti. Proprio queste continue operazioni, unite agli sgomberi, confermano quello che vado ripetendo da tempo, e cioè che occorre un presidio fisso, h24, delle forze di polizia, ovvero carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, e se occorre, anche l’esercito, perché dopo le operazioni, i blitz e gli sgomberi, il giorno dopo torna tutto come prima.”

Sull’operazione interviene anche Dona Massimiliano De Luca, parroco della Chiesa degli Angeli Custodi e da anni in prima linea per la legalità nei quartieri di Fontanelle e Rancitelli:

“Bisogna applicare la Legge Regionale 96/96 che prevede la decadenza del diritto all’alloggio per chi commette reati. Bisogna colpire i boss e chi è al vertice dello spaccio di droga e non solo sgomberare gli abusivi. Parliamo di quartieri che nati fra gli anni Sessanta e Settanta, negli ultimi decenni sono stati abbandonati e per questo sono diventati oggetto di povertà sociale e di delinquenza. Oggi, pur non essendoci delle vere e proprie organizzazioni, operano a Rancitelli famiglie Rom, con i Ciarelli al Ferro di Cavallo e gli Spinelli al Treno di via Lago di Capestrano. Lo spaccio è cosa nota, ma credo che se si voglia puntare all’ottenimento di risultati, si debba andare a colpire gli assuntori, in modo da arrivare indirettamente agli spacciatori. Un po’ come si fa oggi con i clienti delle prostituite, per andare ad incidere sulla prostituzione e su chi la gestisce”.

L’operazione contro lo spaccio di sostanze stupefacenti portata a termine all’alba di oggi dai carabinieri del Comando Provinciale, con dieci arresti, ripropone ancora una volta in tutta la sua gravità il problema sociale del quartiere Rancitelli e in particolare del ‘Ferro di Cavallo’, dove negli anni ci sono state numerose operazioni di polizia per contrastare la criminalità diffusa. Per il sindaco di Pescara Carlo Masci

“è evidente che in questa zona della nostra città esiste un problema di degrado sociale e di disagio sociale che bisogna superare. Le frequenti operazioni delle forze dell’ordine portate a termine negli ultimi tempi, unitamente agli sfratti degli abusivi dimostrano che è stato acceso un faro sulle problematiche del quartiere che noi, anche come Amministrazione, stiamo cercando di risolvere. Lo Stato c’è ed e presente, ma oltre a quello che si sta facendo grazie al lavoro delle forze dell’ordine – ha detto il primo cittadino – bisogna puntare anche sulla riqualificazione della zona per ricostruire un tessuto sociale. Per questo come abbiamo annunciato provvederemo anche ad abbattere gli edifici sgomberati in via Lago di Borgiano, dove, per non creare dei ghetti, abbiamo intenzione di non ricostruire dei palazzi, ma un parco, una piazza, e comunque creare dei luoghi di aggregazione che possano servire a ragionare su interventi anche di carattere sociale”.