Furbetti a Sulmona: caschi, ombrelli ed uffici vuoti

Furbetti a Sulmona: caschi, ombrelli ed uffici vuoti, al Comune di Sulmona il 35% del personale fa tutt’altro invece che lavorare.

Stando a quanto accertato dalla Guardia di Finanza, ma soprattutto dalle inequivocabili immagini girate dagli stessi investigatori, quasi un dipendente su due al Comune del capoluogo ovidiano amava, come si dice in gergo, “imboscarsi” e dedicarsi ad altre attività, piuttosto che sbrigare pratiche a servizio della collettività. Tra i particolari più inquietanti la consapevolezza, in molti tra loro, di fare qualcosa di sbagliato, come la donna che va a timbrare il badge ben nascosta sotto un grande ombrello per non farsi identificare dalle telecamere a circuito chiuso, oppure l’uomo con il caschetto, anch’egli evidentemente certo che in quel modo nessuno avrebbe mai potuto riconoscerlo. Altro caso eclatante la donna che tira fuori dal portafogli almeno una decina di badge per una sorta di timbratura collegiale, o un’altra che passeggia indisturbata tra le bancarelle del mercato di Piazza Garibaldi. 46 dipendenti, su un personale di 135 persone, con il vizietto dell’assenteismo e stando a quanto emerso anche dai numerosi pedinamenti, per occuparsi delle più svariate attività, dalle mansioni domestiche, allo shopping, ma anche per vedersi con l’amante o addirittura lavorare per l’azienda di famiglia. Gli uomini del tenente della Guardia di Finanza Luigi Falce, sotto la supervisione del Pm Stefano Iafolla e del Procuratore Capo Giuseppe Bellelli,  ne hanno viste di tutti i colori nella complessa attività di pedinamento, ed ora il rischio, paradossalmente, é quello del collasso a Palazzo di città per mancanza di personale. La legge parla chiaro: sospensione entro le 48 ore, ed entro 15 giorni la possibilità di discolparsi, se le responsabilità venissero confermate nel giro di un mese scatterebbe il licenziamento. In questo lasso di tempo anche il parere dei giudici della Corte dei Conti che generalmente si prendono un tempo non inferiore ai tre mesi per calcolare l’eventuale danno erariale. La pena minima é la confisca di sei mesi di stipendio, e per il dipendente infedele solo un assegno cosiddetto alimentare. Oltre ai 46 dipendenti indagati, sotto osservazione anche la posizione di altre 12 persone, per lo più dirigenti che avrebbero dovuto controllare e non l’hanno fatto. Sconcertati amministratori ed ex amministratori, la sindaca Annamaria Casini parla di atto gravissimo e del rischio paralisi, sgomento da parte della senatrice di Forza Italia Paola Pelino, mentre gli ex sindaci Fabio Federico e Peppino Ranalli si scagliano contro i dirigenti.

Al momento è ancora prematuro affermare quale sia la portata del fenomeno. Stiamo esaminando le posizioni di tutti i dipendenti attenzionati e solo tra qualche settimana, dopo aver valutato attentamente ogni singolo caso, potremo dire se ci sono state violazioni e quali e quanti dipendenti le hanno compiute“. All’indomani della bufera che si è scatenata sui presunti casi di assenteismo nel Comune di Sulmona, il procuratore del tribunale di Sulmona, Giuseppe Bellelli, afferma che “l’inchiesta non è chiusa” e che “è ancora presto per fare delle conclusioni”.

 

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