Fabrizio Di Stefano: “Ecco cosa ho fatto per Chieti”

Troppe polemiche e scarso confronto, il candidato sindaco, al momento della Lega, alle Amministrative di Chieti Fabrizio Di Stefano passa in rassegna il suo operato per il capoluogo teatino come consigliere regionale, parlamentare ed anche privato cittadino.

Argomento affrontato oggi per la prima ed ultima volta, tiene a precisare Fabrizio Di Stefano, candidato sindaco a Chieti, al momento, in rappresentanza della Lega di numerose liste civiche, non ancora ufficialmente per tutto il centrodestra, che decide di rispondere a suo modo ad una serie di polemiche, soprattutto social, sul suo legame con Chieti. Una lunga lista da Consigliere Regionale prima, da parlamentare poi e perfino da privato cittadino imprenditore, che parte da ciò che lo rende più orgoglioso: La Legge Regionale 40 del 2001 per l’istituzione del Marrucino come Teatro Lirico di tradizione e relativa pioggia di finanziamenti sia regionali che governativi; sempre da consigliere regionale borse di studio per la specializzazione all’Università “d’Annunzio”; la ristrutturazione di Palazzo Masciangioli; il primo finanziamento post-crollo della Biblioteca De Meis nel 2005; sempre in quell’anno l’istituzione dello sportello “Informagiovani”; per poi, da parlamentare, individuare i finanziamenti per la ristrutturazione post-sisma della cupola di S. Giustino e il tetto della Chiesa della SS Trinità, fino ai 3200 emendamenti contro la fusione delle province di Chieti e Pescara. Ma c’è poi una lunga serie di iniziative che Di Stefano tiene a ricordare, prese da privato cittadino a cominciare dall’acquisto della storica Casina dei Tigli alla Villa Comunale che rischiava di chiudere per sempre, con un investimento personale di 500 mila euro, salvando, così, un luogo storico e garantendo anche diversi posti di lavoro:

“Vorrei anche ricordare, prima di tutto a me stesso, il mio personale contributo nel 2010 per non far saltare alla Settimana Mozartiana il concerto di Stanley Clarke, visto che la giunta Di Primio appena insediata, aveva trovato le casse vuote. I 30 mila euro, sempre di tasca mia, per salvare il Teatro Marrucino che rischiava di perdere il titolo di Teatro Lirico per non essere nelle condizioni di produrre due delle tre opere da statuto e il mio contributo per pagare l’atto notarile per la nascita dell’associazione di Protezione Civile a Chieti. Oggi lo dico e non lo dirò più – chiosa Di Stefano – con la speranza che certe stucchevoli polemiche cessino per sempre e si cominci a discutere su come migliorare questa splendida città.”

IL SERVIZIO DEL TG8: