Coronavirus Abruzzo: ultimo saluto a Grosso, accertamenti su assembramento

Accertamenti delle forze dell’ordine sono in corso a Pescara su quanto accaduto ieri, 9 aprile, in occasione dell’ultimo saluto a Mimmo Grosso, storico leader della marineria del capoluogo adriatico.

Gli investigatori stanno identificando i presenti che potrebbero essere sanzionati in base a quanto previsto dal Dpcm del premier Giuseppe Conte, finalizzato a contrastare la diffusione del covid 19.

Dall’ospedale civile la salma di Mimmo Grosso,  è transitata davanti alla sua abitazione ed è poi stata portata al molo Sud e su quello Nord, dove era ormeggiata l’imbarcazione di Mimmo Grosso.

Proprio nel piazzale del molo Nord si sarebbe creato l’assembramento dove gli operatori della marineria hanno fatto risuonare le sirene dei pescherecci e poi si sono stretti attorno ai familiari del loro leader.

Si parla di decine di persone presenti tra quali diversi esponenti del mondo politico tra i quali il sindaco Carlo Masci, il consigliere regionale Guerino Testa (Fdi), ex presidente della Provincia di Pescara e il presidente del Sib-Confcommercio Riccardo Padovano.

C’è chi ricorda che proprio Pescara è una delle città in cui le restrizioni sono più rigide e che le misure disposte al livello nazionale sono state rese ancora più stringenti con apposite ordinanze del Sindaco che ha vietato, ad esempio, l’attività motoria e le passeggiate, con tanto di sanzioni a runner sorpresi a correre in spiaggia.

Il primo cittadino spiega : “Non ho potuto né voluto sottrarmi all’obbligo e al dovere di un gesto di pietà cristiana al passaggio del feretro di un concittadino strappato all’affetto dei cari dalla pandemia di Coronavirus. Non esistono, pertanto, casi né polemiche da alimentare strumentalmente.

Non ci sono state deroghe” ai Dpcm per il contenimento del contagio. Ho incrociato per strada il carro funebre con le spoglie di Mimmo Grosso mentre mi recavo in Comune per l’assise civica.

Sul lungofiume Nord, all’altezza di via Puccini, mi sono fermato il tempo di segnarmi con la croce, per poi immediatamente proseguire verso il Municipio ed effettuare il previsto collegamento on line del consiglio comunale durante il quale si sono ascoltate attraverso le finestre aperte le sirene delle imbarcazioni per il saluto all’esponente della marineria.

I fatti sono fatti e non sono neppure da interpretare, per la loro totale chiarezza e assoluta trasparenza, perché non ci sono state né deroghe né eccezioni a quanto disposto su scala nazionale dai Dpcm e su scala locale dalle ordinanze che io stesso ho emanato.

Non risultavano, peraltro, pervenute richieste di autorizzazione a effettuare esequie né tanto meno avrebbero potuto essere inoltrate o accettate, stante la situazione sanitaria e le prescrizioni per evitare il contagio. In ogni caso sul posto erano presenti appartenenti alle forze dell’ordine”

Ed è subito polemica in città dove Corrado Di Sante, Segretario Provinciale Partito della Rifondazione Comunista, parla di grave comportamento e chiede rispetto per tutti i morti.

Di Sante in una nota afferma “Troviamo inqualificabile il comportamento del sindaco Masci, del consigliere regionale ed ex presidente della Provincia Testa e dell’ex-consigliere e assessore Padovano.

Se c’è una regola per le esequie non può che valere per tutti. Almeno da morti non ci dovrebbero essere cittadini di serie A e di serie B. Si è trattato innanzitutto di una mancanza di rispetto nei confronti di parenti e amici di tutte le persone defunte in questi giorni che non hanno potuto condividere il dolore e dare l’ultimo saluto”.

Interviene anche il segretario regionale di SI, Daniele Licheri e dice che  “Con tutto il rispetto e il dolore per un tremendo lutto questo non è possibile. È illegale e pericoloso un assembramento di questo genere”.

Licheri afferma “I miei concittadini dovrebbero chiedere conto a Carlo Masci che per l’ennesima volta dimostra tutta la sua inadeguatezza e il suo essere amico e sindaco di pochi e non di tutti. Rappresentare le istituzioni è una cosa seria. Condoglianze alle famiglie, a tutte, anche a quelle che da giorni contano i morti da casa perché gli è stato (giustamente) vietato di poter stare vicino ai propri cari”.

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Gigliola Edmondo: