Continuità Assistenziale: tutela dell’indennità di rischio dei medici

L’indennità di rischio dei medici di continuità assistenziale abruzzesi è stato il tema al centro di un convegno che si è svolto a Pescara ed è stato organizzato da Meritocrazia Italia Abruzzo e dai sindacati Fimmg e Fimp

Dopo la sospensione dell’indennità di rischio, le Asl abruzzesi avevano chiesto ai medici di guardia medica di restituire dieci anni di compensi ma l’emendamento promosso dal parlamentare abruzzese Nazario Pagano ha consentito di escludere per tutti i medici convenzionati la “ripetibilità degli emolumenti pagati in esecuzione di accordi collettivi nazionali di lavoro o integrativi regionali, successivamente dichiarati non dovuti e corrisposti fino al 31 dicembre 2020, esclusione che, precedentemente, era riconosciuta solo personale medico convenzionato addetto al servizio di emergenza-urgenza”.

La tematica al centro del convegno riguarda centinaia di professionisti chiamati a restituire alle aziende sanitarie diverse decine di migliaia di euro, con ripercussioni facilmente immaginabili anche a livello familiare.

Il convegno dal titolo “Le eccezioni all’obbligo di ripetizione dell’indebito” è stato moderato dall’avvocato Riccardo Crocetta, ministro di Meritocrazia Italia Ricerca, sanità e politiche internazionali.

Al dibattito sulla costituzionalità dell’articolo 2033 del Codice Civile alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 8 del 27.01.2023 e delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno preso parte il giudice Maria Rosaria Pietropaolo che ha introdotto gli aspetti giuridici e il deputato Nazario Pagano, presidente della Prima commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati il quale ha spiegato l’iter legislativo che ha portato alla approvazione dell’art. 19 della Legge di conversione del decreto legge n. 44 del 22.04.2023, di cui è stato promotore e che esclude la restituzione delle somme reclamate dalle ASL.

Il presidente Pagano ha dichiarato: «L’indennità di rischio che era stato conferito anni orsono ai medici della continuità assistenziale e che poi dopo inopinatamente, anche a causa di un intervento alla magistratura, era stato richiesto successivamente. Ho raccolto questa istanza, venuta dal territorio,  innanzitutto dai medici della mia regione, ai quali era stato – a mio giudizio – ingiustamente richiesta a distanza di tanti anni dall’Istituzione quanto gli era stato loro conferito in precedenza, e quindi me ne sono fatto carico in un decremento legge destinato alle pubbliche amministrazioni. Con una interlocuzione sia con il ministero dell’Economia sia col ministero della Pubblica Amministrazione e un emendamento, a mia sola firma, credo che abbia risolto il problema. Ovviamente siamo qui a discutere di questo tema e sono lieto di questo risultato raggiunto in Parlamento».

Al confronto-dibattito hanno preso parte anche direttore e vice direttore Dipartimento Salute della Regione Abruzzo Claudio D’Amario ed Ebron D’Aristotile, i segretari nazionale e regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Silvestro Scotti e Mauro Petrucci e il segretario della Federazione Italiana Medici Pediatri Sandro Campanelli.

Il segretario Scotti ha detto: «Il convegno di oggi è molto importante perché riconosce a questo territorio e alla politica che parte da questo territorio la realizzazione di una norma che ha particolare importanza. Infatti ha determinato innanzitutto la riduzione di un disagio di una categoria che, nel caso specifico, era quella dell’ex continuità assistenziale-guardia medica che avrebbe dovuto restituire decine di migliaia di euro a fronte di una determinazione che era stata fatta tra le parti in termini di accordo regionale per un’interpretazione da parte della Corte dei Conti riferita alla non compatibilità di questi accordi con quelle che sono le norme amministrative. Si era creato che questo debito dovesse essere restituito. Grazie all’onorevole Pagano si elimina questa possibilità di debito e la Regione e le parti hanno la possibilità di continuare a discutere, riportando quei fondi in attività nuove che implementano le risposte per gli assistiti. La violazione delle prassi consolidate rappresenta un eccesso di potere e credo che la normativa che è stata determinata abbia dimostrato che, in questi casi, gli eccessi di potere la politica li affronta e li sa risolvere e porta le parti alla condizione di non essere parte-controparte ma una parte insieme negli interessi degli assistiti».