Casa circondariale Pescara: evade un detenuto di nazionalità egiziana

Oggi pomeriggio dalla casa circondariale di Pescara è evaso un detenuto di 21 anni. Lo rende noto il sindacato di Polizia Penitenziaria Si.N.A.P.Pe.

Il detenuto, di nazionalità egiziana, ristretto per il reato di rapina aggravata, oggi, 11 luglio 2021, intorno alle ore 13:54 circa, ha utilizzato il cortile passeggio per darsi alla fuga. Al momento dell’evasione  il 21enne ( nelle foto in alto) indossava una maglietta blu a strisce e un cappellino con visiera.

Il sindacato di Polizia Penitenziaria Si.N.A.P.P.E., in una nota, evidenzia che si tratta “dell’ennesima evasione con modalità analoghe alla precedente dell’agosto del 2020. Tutto ciò è frutto di una discutibile gestione della casa circondariale di Pescara che da mesi il Si.N.A.P.P.E sta denunciando ai superiori uffici del D.A.P. Infatti proprio venerdì 9 luglio abbiamo inoltrato al signor Provveditore l’ennesima nota affinchè inviasse presso l’Istituto pescarese un’ispezione dipartimentale”.

Sulla rocambolesca evasione dal carcere di Pescara interviene anche  Giuseppe Merola, Coordinatore Regionale FP CGIL Abruzzo Molise – Giustizia e Segretario FP CGIL L’ Aquila – Funzioni Centrali che parla di “Situazione al collasso. È inaccettabile quanto sta accadendo nel panorama penitenziario. Alla Casa Circondariale di Pescara è emergenza da fin troppo tempo”.

Merola in una nota scrive: “Nel primo pomeriggio, presso la Casa Circondariale “San Donato” di Pescara, un giovane detenuto è evaso durante la permanenza all’aria nel cortile passeggi, proprio come già successe nel 2020. Una situazione kafkiana ed una cofosi istituzionale insostenibile, per i troppi gridi di allarme lanciati e mai recepiti.

Con copiosi atti abbiamo denunciato gravi carenze strutturali e scarsi sistemi di sicurezza alla Casa Circondariale di Pescara, nonché la cronica carenza di personale (40 poliziotti penitenziari circa)  non per ultimo in occasione dell’analogo episodio di evasione registratosi nell’agosto 2020.

L’Amministrazione Penitenziaria dovrebbe (almeno lo auspichiamo) avviare un urgente accertamento ispettivo, presso la struttura pescarese, al fine di definire responsabilità gestionali ed organizzative, nonché per constatare la reale emergenza che attanaglia le quotidianità di lavoratrici/lavoratori e le condizioni discutibili della popolazione detenuta.

Politica ed istituzioni intervengano inesorabilmente sulla questione generale del sistema penitenziario prima che sia davvero troppo tardi, non accettiamo più disagi e vicissitudini che compromettono l’ordine, la sicurezza e l’incolumità psico-fisica di tutta la collettività penitenziaria.

Gli Istituti Penitenziari del distretto abruzzese hanno pagato un caro prezzo specie in questo storico periodo pandemico, anche in virtù delle ataviche vacanze di risorse umane. È ora di dire basta! Siamo pronti ad una nuova mobilitazione “.

Il segretario generale del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece afferma che “Adesso è prioritario catturare l’evaso ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Pescara. Ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”.