All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato sullo stop del passaggio dei bus elettrici sulla Strada Parco si riaccende il dibattito e tra dieci giorni i mezzi pubblici ecologici potrebbero tornare a collegare Pescara e Montesilvano
Sarà Tua a valutare il da farsi spiega al Tg8 l’assessore alla Mobilità del Comune di Pescara Adelchi Sulpizio. Per il Comitato Strada Parco bene comune è irricevibile la pretesa di una fideiussione di 50mila euro mensili.
Tra dieci giorni i bus elettrici torneranno a transitare sulla Strada Parco per collegare Pescara e Montesilvano? Se lo chiedono, all’indomani della decisione del Consiglio di Stato, i tantissimi utenti che hanno usufruito del servizio della Tua nel breve periodo in cui è stato attivo. Ieri il Consiglio di Stato ha stabilito che senza «completamento dei controlli di sicurezza» i bus non possono circolare perché, sulla strada parco, c’è il rischio incidenti ma lo stop ai mezzi pubblici è legato al pagamento di una penale di 50mila euro al mese per garantire un’«adeguata garanzia a tutela delle ragioni di danno» per la Società Unica Abruzzese di Trasporto che si ritrova i bus elettrici fermi in garage e a pagare con una fideiussione bancaria, «entro 10 giorni», dovrebbe essere il Comitato Strada parco Bene comune, il ricorrente che ha denunciato la mancata sicurezza su tale percorso. E il Consiglio di Stato rimanda il caso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, per «una nuova più ravvicinata udienza di merito» senza aspettare un anno per l’udienza di merito fissata al 2026.
E intanto si riaccende il dibattito politico. L’assessore alla Mobilità del Comune di Pescara Adelchi Sulpizio ricorda : «Da sempre siamo impegnati per garantire un servizio di trasporto pubblico efficiente e green».
La decisione del Consiglio di Stato conferma lo stop ai bus come già fatto dal Tar di Pescara in attesa del termine dei controlli, ma introduce l’obbligo di una garanzia fideiussoria – 50mila euro al mese fino alla fine del contenzioso – che però il Comitato Strada parco non può pagare come spiega in una nota il presidente Ivano Angiolelli in cui evidenzia che è : «Semplicemente irricevibile la pretesa di una fideiussione di 50mila euro mensili (senza termine certo di scadenza) a beneficio di una stazione appaltante che ha promesso alla cittadinanza di avviare in esercizio a stretto giro l’impianto filoviario finanziato dal Cipess nel 1995, a ristoro dei danni potenziali procurati (non certo dal Comitato) all’inquinamento atmosferico e alla vendita dei titoli di viaggio conseguenti al mancato instradamento temporaneo di bus elettrici in via sperimentale».
E poiché l’ordinanza lega il possibile risarcimento danni alla Tua «sia ai maggiori livelli di inquinamento derivanti dall’utilizzo di mezzi a gasolio; sia ai minori introiti derivanti dal netto calo nella vendita dei biglietti – aggiunge Angiolelli- È ingiusto che si tenti di attribuire al senso civico spontaneo di cittadini, mossi da autentico spirito di collaborazione con gli enti strumentali inadempienti, la responsabilità dell’inquinamento dell’aria ovvero il mancato introito riveniente dalla vendita di titoli di viaggio da parte della stazione appaltante Tua di una linea di trasporto instradata arbitrariamente senza aver superato i collaudi dell’Autorità effettivamente competente ad eseguirli».
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