Bimbo travolto dal treno a Pescara: prossima udienza il 14 marzo

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Bimbo travolto dal treno a Pescara: prossima udienza il 14 marzo. A processo i genitori e il nonno di Francesco Pio Spinelli.

Bimbo travolto dal treno a Pescara: prossima udienza il 14 marzo. Il processo è iniziato ieri  davanti alla Corte d’Assise di Chieti e vede imputati i genitori e il nonno di Francesco Pio Spinelli, il bambino di 3 anni che il 24 maggio del 2014 è stato travolto e ucciso da un treno regionale  nei presi della stazione ferroviaria di Pescara. Il piccolo si era allontanato da casa ed era arrivato sui binari proprio mentre sopraggiungeva il treno partito da Roma Tiburtina nel primo pomeriggio. A processo sono finiti la mamma del bambino, Loreta De Rosa, accusata di abbandono di minore, il padre Virgilio Spinelli e il nonno Cristoforo Spinelli, entrambi accusati di concorso in omicidio colposo. I genitori del bimbo,  erano in aula, mentre il nonno era assente. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Antonio Valentini e Luca Sarodi mentre l’accusa è rappresentata dal pm Andrea Papalia della Procura della Repubblica di Pescara. La Corte d’Assise, presieduta da  Geremia Spiniello, a latere Isabella Alleri, ha ammesso le prove testimoniali e documentali prodotte dalle parti ed ha fissato la prossima udienza al 14 marzo quando verranno sentiti tutti i testimoni, sia dell’accusa che della difesa. La Corte si è invece riservata la decisione sulla richiesta formalizzata dall’avvocato Sarodi di compiere un esperimento giudiziale con sopralluogo nel posto in cui si verificò il tragico incidente per ricostruire la dinamica dei fatti. Una richiesta alla quale l’accusa si è opposta ritenendo che sono già agli atti tutti gli accertamenti relativi ai sopralluoghi già effettuati.  Il giorno  in cui avvenne la tragedia Francesco Pio Spinelli  era in compagnia del fratellino di due anni e pochi giorni dopo era stato lo stesso pubblico ministero all’epoca titolare dell’inchiesta, Giuseppe Bellelli, oggi Procuratore capo a Sulmona, insieme agli uomini della polizia ferroviaria, diretti da Davide Zaccone, ad effettuare un sopralluogo, ripercorrendo il percorso seguito dal piccolo  e dal fratellino uscendo da un buco del recinto di casa, che si trova a poca distanza dal tracciato ferroviario. Secondo l’accusa, la madre avrebbe dovuto porre attenzione ed evitare che i bimbi potessero allontanarsi. Il padre e il nonno, proprietario della casa in cui abita la famiglia, sono sotto accusa per la mancata riparazione di un buco nella recinzione. Il nonno e’ accusato di non aver provveduto a riparare la recinzione del box dei cavalli; mentre il padre avrebbe permesso che i figli rimanessero incustoditi a giocare nell’area retrostante l’abitazione che aveva una apertura direttamente collegata con la sede ferroviaria.