Acqua Pescara: criticità nei condomini, Aca e Associazioni a confronto

Aca e Associazioni a confronto in municipio a Pescara per affrontare le diverse criticità che riguardano la carenza idrica nei condomini. La presidente dell’Azienda consortile acquedottistica Giovanna Brandelli ha annunciato che si stanno programmando interventi per contenere i disagi.

Far tornare la gente a bere dai rubinetti di casa, controllare i contatori che registrano consumi anomali e sostituire le reti idriche più vecchie ormai colabrodo: sono alcune delle richieste avanzate oggi a Pescara da Luigi Di Corcia, Marco Pierotti e Franco Venni, presidenti delle associazioni Acu (Associazione consumatori e utenti), Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari), e Arco (Associazione regionale consumatori) al Comune e al presidente dell’Aca Giovanna Brandelli. 

Durante il convegno “Emergenza acqua, carenza servizi e qualità” che ha visto tra i relatori il biologo Giovanni Damiani le associazioni hanno ricordato che da indagini, realizzate dall’Arco, nel 2019 in provincia di Pescara il 67 per cento della popolazione non beveva acqua del rubinetto rispetto al 46 per cento registrato nel 2005  e che il 78 per cento di queste persone viveva nei condomini e il 46 per cento nelle case singole. Si evidenzia pertanto come nei condomini ci siano maggiori criticità.

Le associazioni chiedono al Comune di abbassare le tasse sui condomìni per consentire ai cittadini di acquistare le autoclavi e far fronte all’emergenza idrica. Il convegno è stato organizzato per tenere alta l’attenzione sulla carenza di acqua e programmare in largo anticipo tutti gli interventi necessari a scongiurare un’altra emergenza idrica in estate. Per sei mesi migliaia di cittadini sia del capoluogo che della provincia hanno affrontato tantissimi disagi e molte famiglie sono state costrette a dotarsi di autoclavi.

Le associazioni dei consumatori hanno ricordato che “Durante l’emergenza estiva la pressione è stata ridotta dalle 7 alle 23 e i residenti delle zone dei Colli e di Fontanelle così come in altri quartieri periferici non possono permettersi l’acquisto delle autoclavi. Hanno chiesto pertanto agevolazioni fiscali e l’abbattimento delle tasse per consentire agli inquilini di poter recuperare le somme per acquistare le cisterne che hanno costi elevati, intorno ai 2mila euro. Il problema più grave resta quello delle reti colabrodo del territorio. Pur consapevoli che gli interventi costerebbero milioni di euro, le associazioni hanno evidenziato che sono cospicui anche i fondi spesi in tanti anni per riparare o rifare le condotte fognarie>.

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Gigliola Edmondo: