A Chieti si parla del futuro dell’Intelligence, c’è anche l’ex capo della Cia

Robert Gorelik, ex capo della Cia in Italia per un trentennio, ospite illustre all’importante convegno di stamane all’Auditorium del Rettorato dell’Università “d’Annunzio” a Chieti sul futuro dell’Intelligence.

L’evento, promosso dal docente di Cyber Intelligence e Cyber Security e responsabile del Settore Sistemi Informativi e Innovazione Tecnologica dell’Università “d’Annunzio” Antonio Teti, ha visto anche la partecipazione dell’Onorevole Antonio Zènnaro, componente del Copasir e di Angelo Tofalo, sottosegretario alla difesa, oltre al professor Mario Caligiuri direttore del Master in Intelligence all’Università della Calabria e del Colonnello Ferdinando Munno vice comandante del Comando Interforze per le operazioni cibernetiche del Ministero della Difesa. Dal concetto base d’Intelligence, come forma di raccolta d’informazioni per svariati scopi in campo non solo militare, ma anche civile, economico, industriale, sociale e politico, ad un presente sempre più proiettato al futuro di Intelligence applicata alle nuove tecnologie, in particolare al mondo Cyber. Basta essere in possesso di un qualsiasi dispositivo per essere fonte di preziose informazioni, la riservatezza non esiste più, come ricorda spesso Mark Zuckerberg, l’inventore  di Facebook , e a questa triste realtà si è dovuta adeguare, per forza di cose, anche l’Intelligence come strumento, intanto, di prevenzione per garantire la sicurezza dei popoli, ma anche come vera e propria arma di difesa rispetto ai continui attacchi, tanto che, solo qualche anno fa, la Nato ha inserito il cyberspace, tra i domini operativi di potenziali conflitti, dopo la terra, il mare, il cielo, l’aria e lo spazio. In un contesto del genere appare fin troppo romantico pensare ad una figura come quella di Robert Gorelik, capo della Cia in Italia per quasi trent’anni, ed ora consulente per una multinazionale argentina:

“L’idea che molti abbiamo dell’agente segreto è ormai morta da tempo – ci confida Gorelick – le metodologie utilizzate per raccogliere informazioni, le comunicazioni dirette con gli informatori, il cambio d’identità i camuffamenti ora non hanno più senso rispetto alla possibilità di far viaggiare le informazioni in tempo reale. Questo può essere un bene, ma anche un male perché non sempre si ha la possibilità di difendersi da un sistema così strutturato.”