Appello contro nuova strada Roccaraso-Scanno-Ortona dei Marsi

Appello degli ambientalisti ai sindaci del territorio contro il progetto della nuova strada Roccaraso-Scanno-Ortona dei Marsi, disastro per l’orso e devastazione per l’ambiente.

Un appello ai sindaci per sottolineare la devastazione ambientale, l’inutilità e lo spreco di risorse pubbliche del progetto di una nuova strada Roccaraso-Scanno-Ortona dei Marsi. Le associazioni, appreso del progetto dai mezzi di comunicazione, hanno acquisito la proposta preliminare presentata in occasioni pubbliche dalla DMC Alto Sangro ed UNCEM Abruzzo. Ora si rivolgono ai sindaci dei Comuni interessati per scongiurare quello che definiscono un “attacco alla natura abruzzese, peraltro privo di un reale adeguato vantaggio per le popolazioni locali”.

Le associazioni spiegano che l’UNCEM Abruzzo, a dicembre 2020, ha annunciato di avere deliberato a favore di un progetto per un nuovo collegamento stradale dal titolo: “Per la ripresa, la resilienza e lo sviluppo strategico dell’asse Castel Di Sangro-Avezzano, per la riduzione dell’isolamento dei territori dell’Alto Sagro e Sagittario delle sperequazioni territoriali in termini sanitari, di sicurezza e accessibilità”. L’Uncem avrebbe poi invitato i comuni di Avezzano, Castel di Sangro, Roccaraso, Pescocostanzo, Rivisondoli, Scanno, Villalago, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena, Scontrone, Bisegna-San Sebastiano, Ortona dei Marsi a sostenere tale iniziativa in quanto in linea con i criteri per le proposte del Recovery Fund. Questo il commento delle associazioni ambientaliste:

“Dall’esame del progetto, o meglio della scheda progettuale poiché di certo non si tratta di un progetto esecutivo, emergono aspetti a dir poco sconcertanti sia in termini economico-finanziari e di corretta definizione della compatibilità con i principi del Recovery Fund (e non Found come scritto nei documenti progettuali), sia di reale utilità in alternativa alla viabilità esistente, in riferimento agli impatti ambientali a dir poco devastanti e del tutto sottovalutati. La delibera parla di ‘strategia abilitante del progetto per i territori interessati con una incidenza finanziaria coerente’ e ribadisce ‘il positivo impatto sulla crescita del Prodotto Interno Lordo, cluster dei comuni e territori interessati con ricadute importanti sulla continuità e vitalità dei territori interessati. Territori ricchi di storia, tradizioni, autoimprenditorialità ed economie consolidate già note’. Di seguito invece evidenziamo quelle che secondo noi sono le gravi criticità del progetto:

IMPATTO AMBIENTALE
Il percorso della nuova strada a due corsie partirebbe dall’altopiano delle 5 Miglia per penetrare dentro la Montagna Spaccata all’interno della splendida Foresta Demaniale di Chiarano Sparvera, per inerpicarsi fino a quota 1650 metri e con una galleria di oltre 2,4 chilometri passare dalla intatta Bocca di Chiarano alla sottostante Valle di Jovana.
Dalla valle di Jovana la strada proseguirebbe a mezza costa sul versante orografico destro della Valle, dove ora esiste una sola casa abitata, per scendere sempre sullo stesso versante in un territorio con boschi e senza alcuna strada o fabbricato fino a Scanno. A valle dell’abitato, attraverso un’altra galleria, seguirebbe sulla sponda orografica sinistra del Lago omonimo per raggiungere Villalago quindi, poco a monte dell’ abitato, un’altra galleria e viadotti per oltre 4 chilometri porterebbero a San Sebastiano dei Marsi, per raggiungere infine Ortona dei Marsi e un nuovo svincolo autostradale a Carrito.
Chiunque conosca e frequenti le montagne abruzzesi, le vallate del Sagittario e del Giovenco, dalla semplice descrizione del percorso intuisce la enormità dei danni ambientali che provocherebbe tale opera, ciò nonostante nel progetto, rispetto all’ impatto ambientale, sono riportate solo le seguenti due righe:

‘Il progetto si inserisce in un panorama ampio e complesso dal punto di vista del paesaggio, pertanto è stato anteposta ad ogni variabile la tutela dell’ambiente’.

Nessun accenno all’attraversamento di versanti di montagna scoscesi e ai rischi idrogeologici, al rischio per i 12 chilometri di gallerie di intercettare falde acquifere che alimentano sorgenti utilizzate anche per uso potabile, all’attraversamento di numerosi SIC (Siti di Importanza Comunitaria), ZPS (Zona di Protezione Speciale), Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, alla distruzione di faggete abitate da una moltitudine di specie animali tutelate da Direttive Comunitarie, il tutto peraltro e paradossalmente con la richiesta di fondi comunitari. Entrando meglio nel merito dei più evidenti, palesi ed irreversibili danni ambientali e limitandosi ad una prima sommaria analisi (per gli aspetti geologici e idrogeologici sarebbe necessario uno specifico approfondimento peraltro assente nel progetto) è opportuno evidenziare quanto segue:

Attraversamento delle ZSC (ex Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS
Il tracciato della strada pur non entrando all’ interno del territorio del PNALM dall’altopiano delle 5 Miglia a Scanno, attraversa il SIC IT7110205 Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise, l’area contigua dello stesso Parco e passa accanto alla ZPS IT7120132, al SIC IT7110101 Lago di Scanno ed al SIC IT7110099 Gole del Sagittario. Nel progetto tale argomento non viene neppure considerato e tanto di meno la necessità della Valutazione di Incidenza e di un preliminare confronto con gli Enti gestori dei Siti.
Eppure dalle pubblicazioni ufficiali del PNALM, nonché dalle relazione dei Piani di Gestione dei SIC e ZPS, emerge l’enorme importanza naturalistica di tutta l’ area che sarebbe attraversata dalla strada.
Per elencare e descrivere tutte le emergenze floristiche e faunistiche esistenti proprio lungo il tracciato progettuale sarebbero necessarie decine di pagine, per ora è sufficiente ricordare che proprio lungo il tracciato di progetto è documentata la presenza di: tane di Orso bruno marsicano, Camoscio appenninico, nidi di Aquila reale, nidi di Falco pellegrino, nidi di Coturnice, nidi di Astore, nido di Gufo reale.
Il progetto, per quanto riguarda l’impatto specifico sulla conservazione dell’orso è in totale contraddizione con le indicazioni del PATOM (Piano di Tutela dell’Orso Marsicano) e rischia di vanificare tutte le azioni portate avanti da Ministero, Regione, aree protette ed associazioni negli ultimi 15 anni andando a devastare proprio quel corridoio di connessione che tutti fino ad oggi hanno definito vitale per garantire l’ampliamento dell’areale della specie e lo scambio di individui tra un parco nazionale e l’altro. Sarebbe quindi non solo un disastro paesaggistico con ricadute devastanti su tutte le specie della montagna abruzzese ma un vero “de profundis” per l’orso, la specie simbolo della fauna italiana ed in particolare della nostra Regione.
A proposito della presenza costante di diversi individui di Orso bruno in quest’area giova ricordare che Amarena, la “famosa” femmina balzata agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate è nata, si è riprodotta ed alleva i suoi 4 orsacchiotti nell’area tra Villalago e San Sebastiano dei Marsi che dovrebbe essere tutta attraversata dalla strada.

Costi
I costi sono del tutto indicativi ma comunque improponibili, se si considerano tutte le innumerevoli emergenze legate alla martoriata viabilità delle zone interne regionali. Non bisogna dimenticare che nella proposta inviata dalla Regione Abruzzo al Governo per il Recovery Fund non è incluso il progetto in esame, ma una voce unica a scala regionale per la viabilità generale, pari a circa 1,5 miliardi di euro, da ridurre quindi della metà solo per finanziare questo intervento!

Collegamenti alternativi esistenti e da migliorare
La nuova strada a due corsie avrebbe una lunghezza totale di circa 40 chilometri, con dislivelli considerevoli in tratti brevi e quindi con difficoltà di percorrenza e di scorrimento soprattutto nei mesi invernali. Il tratto dalle 5 Miglia- Montagna spaccata alla galleria di Jovana salirebbe in soli due chilometri e mezzo da 1300 metri a circa 1.600 prima di entrare in galleria, con evidenti difficoltà di percorrenza nel periodo invernale.
Il collegamento da Carrito a Roccaraso dovrebbe seguire un percorso altitudinale fatto di scomode salite e discese lungo una strada a due corsie, mentre utilizzando la viabilità esistente (Autostrada e superstrada Sulmona-Napoli con tratti a tre corsie) anche allungando il percorso, la comodità e della viabilità attuale è indiscutibile.

Ma non basta: la distanza attuale lungo la viabilità esistente dal progettato casello di Carrito al progettato svincolo della nuova strada nell’ altopiano delle 5 miglia è di circa 63 chilometri, cioè circa una ventina di chilometri in più rispetto alla strada progettata.
Ha senso in un momento di recessione economica grave prevedere di spendere 750 milioni di euro (ma quali saranno i costi reali ?) per accorciare un percorso di soli 20 chilometri?

Quale sarebbe il vantaggio per i comuni di Avezzano, Castel di Sangro, Roccaraso, Pescocostanzo, Rivisondoli, Scanno, Villalago, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena, Scontrone, Bisegna, Ortona dei Marsi ?
Per i primi due nessuna. Per Roccaraso, Pescocostanzo, Rivisondoli, dove certo non mancano le presenze turistiche, forse si ipotizza una maggiore presenza di sciatori da Roma, eppure la viabilità esistente, come sopra evidenziato, è più che sufficiente.
Per Scanno, Villalago e Anversa degli Abruzzi, da sempre, la via di accesso è quella della Valle del Sagittario, con distanze di soli 21 chilometri tra il casello autostradale di Cocullo e Scanno. Pertanto parrebbe molto più logico e sostenibile, sia economicamente che ambientalmente, trasferire ad ANAS la competenza per la tortuosa ma bellissima strada delle Gole e prevederne sia una manutenzione ordinaria efficiente che un miglioramento con adeguamenti del percorso, messa in sicurezza con reti paramassi, realizzazione di barriere/ecodotti per attraversamenti animali selvatici, parcheggi e servizi nei punti di concentrazione dei turisti eccetera.
Per Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena e Scontrone non solo manca un vantaggio, ma la nuova arteria viaria potrebbe solo rappresentare un danno se dovesse convogliare i turisti verso Roccaraso e non verso l’alta valle del fiume Sangro, che non ne trarrebbe alcun utile. Anche in questo caso vale quanto detto per i comuni precedenti: trasferire ad ANAS la competenza per la viabilità esistente e prevederne sia una manutenzione ordinaria efficiente che un miglioramento.
Per Bisegna e Ortona dei Marsi la vicinanza con il casello autostradale e la viabilità di accesso all’ area fucense esistente non giustificano la realizzazione di una viabilità alternativa ma la semplice corretta e costante gestione ordinaria e straordinaria della SP 17, come evidenziato per i comuni della alta Val di Sangro.
Per le motivazioni di cui sopra le associazioni scriventi fanno appello a tutti i comuni destinatari della presente ed all’ Ente PNALM affinché prendano le distanze dal progetto in argomento ed adottino atti formali di dissenso in merito allo stesso tali da impedirne il finanziamento e la, seppure parziale, realizzazione.

In alternativa a questo progetto, insostenibile per la natura e per le popolazioni residenti, le associazioni invitano la Regione Abruzzo, UNCEM Abruzzo, DMC Alto Sangro e i Comuni interessati a chiedere al Presidente del Consiglio ed al Governo i fondi per la messa in sicurezza delle strade esistenti. In vista del centenario del PNALM (2023), bisogna adeguare l’intera rete stradale con aree per la sosta temporanea dei turisti nei punti panoramici indicati dall’Ente Parco, dotate dei necessari servizi di informazione al turista e di promozione di tutta l’area e dei suoi prodotti tipici. In conclusione, al neo Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Enrico Giovannini ricordiamo che dei 32 miliardi che il Recovery Plan assegna a infrastrutture e traporti, la metà dovrà essere investita in mobilità sostenibile e, alla luce di quanto sopra, gli chiediamo di inserire nel suo programma immediato la messa in sicurezza di tutte le strade del PNALM, comprese le aree attrezzate per i turisti e il recupero e rilancio del treno più alto dell’Appennino, L’Aquila – Sulmona – Pescocostanzo – Castel di Sangro, per la mobilità dolce all’interno del sistema dei parchi naturali abruzzesi (Pnalm, Majella, Sirente-Velino, Gran Sasso e Monti della Laga).
Per le motivazioni di cui sopra le associazioni scriventi fanno appello a tutti i comuni coinvolti alla Regione, all’ Ente PNALM ed alle Riserve interessate dall’opera affinché prendano le distanze dal progetto in argomento ed adottino atti formali di dissenso in merito allo stesso, tali da impedirne il finanziamento e la, seppur parziale, realizzazione.

Firmano il comunicato :

1. ITALIA NOSTRA Abruzzo
2. MOUNTAIN WILDERNESS Abruzzo
3. WWF Abruzzo
4. LIPU Abruzzo
5. ITALIA NOSTRA Abruzzo
6. CAI Abruzzo
7. STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE
8. PRO NATURA Abruzzo
9. SALVIAMO L’ORSO
10. APPENNINO ECOSISTEMA
11. Rewilding Apennine
12. Associazione MONTAGNA GRANDE – Valle del Giovenco
13. ORSO and Friends
14. TOURING CLUB ITALIANO Abruzzo
15. DALLA PARTE DELL’ORSO – Pettorano sul Gizio
16. FARE VERDE Abruzzo
17. Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”
18. I GUFI
19. SALVIAMO IL PAESAGGIO
20. Federtrek – Escursionismo e Ambiente
21. Associazione Italiana Wilderness

Ieri sul tema delle nuove strade di è pronunciato anche il presidente del Parco Nazionale Lazio Abruzzo e Molise, Giovanni Cannata:

“L’ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise eserciterà appieno le funzioni di vigilanza che gli competono, laddove una proposta concreta venisse sottoposta alle prescritte valutazioni di impatto ambientale. Si rammenta che ogni proposta avente impatto sui suoi valori ambientali, così come tutelati dalla normativa nazionale e comunitaria, deve essere sottoposta a relativa procedura di valutazione, e rilascio del nulla osta, prevista nelle funzioni del Parco e nella richiamata normativa. Quanto all’ipotesi che le nuove strade sarebbero finanziabili con utilizzo di risorse del Recovery Fund Next Generation, il Parco fa presente che, secondo quanto previsto dal proprio Statuto, eserciterà appieno le funzioni di vigilanza che gli competono, laddove una proposta concreta venisse sottoposta alle prescritte valutazioni di impatto”.

Il Parco auspica che “la sensibilità per la sostenibilità ambientale posta alla base delle indicazioni comunitarie del Piano di Ripresa per l’Europa pervada le scelte inerenti a territori fragili di alto valore quali quelli dei parchi. Altresì, nel quadro di una strategia di mobilità sostenibile, una particolare attenzione sarà prestata alla questione dei percorsi ciclopedonali, monitorando il rispetto delle caratteristiche e valori ambientali del territorio”.