Operazione antidroga: arresti e perquisizioni anche nell’aquilano

Operazione antidroga nel centro-sud Italia. Dalle prime luci gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone stanno eseguendo numerose misure cautelari in diverse città nelle province di Frosinone, Napoli e L’Aquila.

Si tratta di appartenenti a due diverse organizzazioni criminali attive nello spaccio di droga e nella commissione di reati tributari, riciclaggio ed estorsione. Nel corso dell’operazione la Polizia di Stato sta eseguendo anche alcuni fermi di indiziato di delitto per i reati di traffico di stupefacenti ed estorsione, su disposizione della Procura di Cassino, riconducibili ad un’altra indagine. Sono in corso decine di perquisizioni, con l’ausilio di elicotteri ed unità cinofile antidroga di Guardia di Finanza e Polizia di Stato, oltre che di equipaggi del “Reparto Prevenzione Crimine Campania” della Polizia. Le indagini hanno acceso i riflettori su un sofisticato sistema di spaccio di stupefacenti, posto in essere da due associazioni per delinquere, una locale ed una di origine campana, radicate nella provincia di Frosinone ed operanti nel centro-sud.

In totale sono 27 le persone raggiunte da provvedimenti cautelari, di cui 17 in carcere e 10 ai domiciliari.

L’indagine della Dda di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Ilaria Calò, è partita da un sequestro di mezzo chilo di hashish all’aeroporto di Bonn, un carico che proveniente dalla Spagna avrebbe dovuto arrivare nel Lazio. In base all’attività di indagine è emerso che sul territorio della provincia di Sora due gruppi criminali erano in guerra per aggiudicarsi la piazza di spaccio. Uno dei gruppi è legato alla camorra napoletana e in particolare clan attivi nei quartieri di Scampia e San Giovanni a Teduccio, mentre i rivali erano pregiudicati sorani. Dopo un iniziale periodo di collaborazione le due bande sono entrate in lotta per controllare lo spaccio anche nella zona del cassinate e nella provincia dell’Aquila. La fazione di origine campana aveva investito i proventi illeciti in una attività di pompe funebri. In un caso, che risale allo scorso maggio, tre destinatari del provvedimento di fermo hanno fatto trovare davanti all’ingresso di un negozio di pompe funebri una testa di maiale, gesto dalle chiare connotazioni mafiose. Una dinamica che ricorda quanto avvenuto alcuni anni fa ad Ostia quando una testa di maiale crivellata di colpi fu fatta trovare davanti ad un ristorante di Ostia.

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Barbara Orsini: