Covid, Stuppia: “Sulla variante inglese c’è un caso Abruzzo”

Le varianti del coronavirus, in Abruzzo, preoccupano sempre di più: a Pescara quella inglese è responsabile del 70% degli ultimi contagi, Chieti si confronta dolorosamente con quella brasiliana.

A Chieti la variante brasiliana ha già fatto una vittima accertata, mentre l’area del Pescarese fa registrare oltre la metà dei casi covid regionali  e nell’area metropolitana la variante inglese è responsabile di più di due contagi su tre.

L’Abruzzo resta comunque in zona arancione, così come restano in zona rossa le province di Pescara e Chieti, dove in questa fase dell’epidemia i numeri sono decisamente più alti. Gli studi eseguiti dal laboratorio di Genetica molecolare Test Covid-19 dell’Università di Chieti, struttura individuata dalla Regione per il sequenziamento, attestano che la variante inglese continua a crescere.

“Il dato statistico è sempre più robusto – afferma il direttore della struttura, Liborio Stuppia – La variante cresce progressivamente. I dati confermano che si tratta di un trend e non di una casualità o di un singolo focolaio. Un ‘caso Abruzzo’ c’è, non ci sono dubbi“.

Il monitoraggio settimanale del ministero della Salute diffuso ieri ha fotografato una situazione in peggioramento in tutta Italia, soprattutto per il diffondersi delle varianti del Covid. Campania, Emilia Romagna e Molise sono passate in arancione, portando così a 8 le regioni in cui da domenica saranno chiusi bar e ristoranti per tutta la giornata e sarà possibile spostarsi dal proprio comune solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità hanno ribadito la necessità di ridurre le interazioni tra i cittadini e innalzare le misure su tutto il territorio nazionale. Un invito che la settimana prossima potrebbe essere raccolto dal governo che sta valutando la possibilità di prorogare il divieto di spostamento tra le regioni fino al 5 marzo, data in cui scadrà il Dpcm attualmente in vigore.

Nessuna regione è passata formalmente in rosso, anche se nelle zone dove è stata individuata una maggiore diffusione delle varianti sono già scattati lockdown locali, con le ordinanze dei governatori, come quella emessa in Abruzzo da Marsilio. In zona rossa sono le province di Bolzano, Perugia, Pescara e Chieti e diversi comuni in Lombardia, Toscana, Molise, Lazio e Piemonte. Ma è probabile che gli interventi “tempestivi e aggressivi” a livello locale, come li definisce Rezza, andranno ad aumentare nei prossimi giorni, a partire dal Trentino che, con il Molise, ha l’Rt più alto in Italia. Il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che rilanciando una vecchia battaglia del governatore campano Vincenzo De Luca ha incassato l’appoggio di Toscana e Lombardia e la contrarietà della Liguria, ha annunciato di aver già chiesto ai ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini di valutare “restrizioni omogenee” per “respingere questa nuova ondata”. In sostanza, misure da zona arancione (“non un lockdown come a marzo”) uguali in tutto il Paese. L’argomento è oggetto della Conferenza delle Regioni convocata per oggi.

(Nella foto Liborio Stuppia)