Legambiente: a Pescara premiati in sei dal Treno Verde

Fare del rifiuto una risorsa oggi si chiama “economia circolare” e ad applicarla sono le aziende più virtuose. In Abruzzo sono sei i campioni premiati dal Treno Verde di Legambiente in sosta a Pescara.

La filosofia ispiratrice è quella del “non si butta via niente”: non parliamo di scarti di cucina, ma di rifiuti provenienti da aziende produttive di vario genere. Sei esperienze innovative operanti in Abruzzo sono state insignite del riconoscimento creato dal Legambiente. Alla stazione di Pescara i titolari delle sei aziende sono saliti letteralmente sul podio sistemato davanti al Treno Verde per ricevere la medaglia e per gli scatti di rito, alla presenza dei rappresentanti regionali e nazionali – Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo, e Manuela Cardarelli, portavoce nazionale del Treno Verde – poi il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, il sottosegretario alla presidenza della regione, Mario Mazzocca, delegato all’Ambiente, e il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, anche assessore alle attività produttive.

 

“L’economia circolare è un’economia che fa bene al Paese, visto che secondo la Commissione Europea potrà permettere di creare, entro una ventina di anni, circa 580000 posti di lavoro in Europa. A Bruxelles è in corso la discussione per l’approvazione del pacchetto europeo sull’economia circolare – sottolinea Manuela Cardarelli, portavoce del Treno Verde – per questo Legambiente chiede alle Istituzioni europee un quadro di norme molto ambizioso, con regole chiare e precise, per un tema decisivo per il nostro futuro. Una richiesta contenuta nel Manifesto dell’economia circolare sottoscritto questa mattina dai Campioni selezionati in Abruzzo. L’Abruzzo si conferma cuore verde d’Europa con un nuovo modello di sviluppo che già esiste ed è messo in pratica da tante esperienze virtuose. L’economia circolare – si legge nel comunicato di Legambiente – non è più solo la sfida del futuro ma un orizzonte solido e reale per creare ricchezza e nuovi posti di lavoro. L’economia circolare è l’economia del futuro, quella in cui i rifiuti di qualcuno diventano risorsa per qualcun altro. Un’economia che, stando ai dati diffusi dalla Commissione Europea, fa bene al Paese. In Italia possono essere creati almeno 190000 nuovi posti di lavoro. Quello che prima era un semplice rifiuto oggi è sempre più una risorsa che nasce a nuova vita grazie a impianti all’avanguardia o soluzioni innovative e che si tramuta anche in energia da utilizzare per rendere un’azienda autonoma al 100%. Con l’obiettivo di ridurre sempre più il conferimento in discarica e di ridurre l’inquinamento delle nostre città, applicando le nuove tecnologie in favore dell’ambiente in tutti i settori, dalla mobilità all’agricoltura”.

I sei campioni dell’economia circolare abruzzesi, premiati con la medaglia realizzata con The Breath, innovativo tessuto in grado di adsorbire e disgregare le molecole inquinanti, sono raccontati dalla nota di Legambiente:

“C’è la Fater, l’azienda che produce e commercializza in Italia, tra i vari prodotti, i pannolini per bambini Pampers, gli assorbenti femminili Lines che da diversi anni è attenta alla sostenibilità di tutte le attività aziendali, fino al post uso: una sfida che l’azienda ha inteso affrontare sviluppando e brevettando il primo processo tecnologico in Italia per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati. La soluzione di Fater elimina potenzialmente lo smaltimento dei prodotti assorbenti in discarica (65%) o tramite incenerimento (35%) per una frazione di rifiuti che pesa il 2,5% dei rifiuti solidi urbani e ammonta a 900.000 tonnellate annue. Questo processo, se fosse applicato a tutto il territorio nazionale, consentirebbe di eliminare 3 discariche l’anno. Inoltre, mentre il conferimento ordinario produce 266 kg di CO2 equiv/ton, il riciclo porterebbe ad evitare 168 kg di CO2 equiv/ton, consentendo quindi un risparmio complessivo di CO2equiv pari a quella prodotta da 130.000 autovetture medie in 1 anno.
La sfida del disassemblaggio delle autovetture a fine di recupero e non riciclo dei materiali nobili è una sfida complessa vista la complessità del prodotto. Tecnomatic spa un’azienda teramana specializzata in progettazione e produzione di macchine automatiche linee robotizzate per la produzione di componenti auto, negli ultimi otto anni oltre vanta circa duecento brevetti su motori elettrici innovativi per l’elettrificazione delle auto ed è oggi impegnata nel design for disassembling, ricerca e progettazione per poter disassemblare a fine vita i componenti delle vetture.
Nell’azienda agricola Aureli Mario S.S. i rifiuti, invece, diventano energia: l’azienda ha deciso infatti di dotarsi di un impianto di energia da fonte rinnovabile e nel 2010 ed ha costruito un impianto di biogas alimentato esclusivamente da biomassa di origine vegetale. Nello specifico l’alimentazione è costituita da sottoprodotti dell’azienda e viene integrata con delle colture dedicate. L’energia elettrica prodotta rende autonoma l’azienda al 100% mentre il recupero del calore, abbassa del 25% il fabbisogno di energia termica da produrre, infine il digestato finale essendo un ottimo ammendante riduce del 50% il consumo di fertilizzanti.
In Abruzzo si trova, inoltre, il primo centro di recupero per scarti di cartongesso e si colloca negli stabilimenti della Maco srl di San Giovanni Teatino (Chieti) collegato, per lo smaltimento, alla Siniat spa di Corfinio (L’Aquila). Al momento, si tratta dell’unico stabilimento italiano in grado di riciclare direttamente questo genere di rifiuti, riportandoli a nuova vita sotto forma di prodotto originale: lastre di cartongesso. Il progetto abruzzese è un esempio virtuoso di gestione dei rifiuti all’interno dei percorsi di economia circolare, parte integrante ed essenziale dello sviluppo sostenibile.
Ico, invece,è un’industria di cartone ondulato dal 1952, riveste un ruolo di primo piano tra gli scatolifici del nostro Paese e si distingue come l’unica azienda italiana ad avere, in uno stesso stabilimento, l’intero ciclo produttivo della produzione di carta, cartone e scatole e il riciclo delle stesse. Utilizza come materia prima, la carta proveniente dalla raccolta differenziata urbana o da altre aziende come materia prima seconda, per lo più materiale da imballaggio che invece di essere conferito nei rifiuti viene avviato al riciclo nella cartiera dell’azienda.

Valagro nasce in Abruzzo e si occupa di soluzioni per la cura e il nutrimento delle piante. L’azienda porta avanti ricerche e strumenti innovativi per produrre utilizzando meno terreno, meno acqua, meno mezzi tecnici. Le soluzioni Valagro comprendono innanzitutto i biostimolanti, formulazioni a base di sostanze e/o microrganismi che, applicate a piante o terreni, sono in grado di regolare e migliorare i processi fisiologici delle coltivazioni, rendendole quindi più efficienti”.

Esaurita la cerimonia, il Treno Verde è ripartito alla volta di Bruxelles, tappa straordinaria del suo lungo viaggio. L’appuntamento è per il 24 aprile, a Bruxelles, dove i 100 campioni dell’economia circolare che incontreranno il vicepresidente della Commissione UE, Jyrki Katainen e l’eurodeputata Simona Bonafè, relatrice del pacchetto europeo sull’economia circolare.

“L’Abruzzo – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo –è una regione con delle straordinarie opportunità: una terra dalle grandi promesse con il record nazionale delle aree protette, oltre un terzo del territorio regionale, e un tasso di industrializzazione di circa il 23-24% che oggi guarda alla sostenibilità ambientale con i processi produttivi e le esperienze che portiamo a bordo del Treno Verde, dimostrano come l’attenzione verso un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente genera ricchezza e lavoro  Ora la sfida è mantenere l’economia circolare al centro dell’agenda politica anche regionale, a partire dal nuovo piano regionale sui rifiuti. Far diventare tutto l’Abruzzo “Rifiuti free” attraverso l’ulteriore crescita della raccolta differenziata, la tariffazione puntuale, l’aumento dei costi di discarica e un sistema impiantistico virtuoso e ambientalmente sostenibile che punti all’autonomia regionale. Abbiamo comuni virtuosi nella raccolta differenziata ed eccellenze che hanno quasi annullato la necessità di smaltimento di quasi tutti i rifiuti normalmente prodotti. Per realizzare ciò oltre all’impegno delle amministrazioni e dei cittadini, è però importante che anche la politica faccia la sua parte attraverso l’introduzione di un sistema di tariffazione puntuale su larga scala, replicando le buone pratiche su tutto il territorio e definendo un nuovo sistema di incentivi e disincentivi per far in modo che la prevenzione e il riciclo siano sempre più convenienti e si azzerino le discariche e gli inceneritori”.

Differenziare i rifiuti si tramuta anche in vantaggi economici per i Comuni, come dimostrano i dati del Conai. Nella provincia di Pescara ad esempio, nel 2015, sono state raccolte 14.275 tonnellate di rifiuti di imballaggio (in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) che hanno consentito ai comuni di beneficiare, nello stesso anno, di 1.3 milioni di euro di corrispettivi per i maggiori oneri derivanti dalla raccolta differenziata.