Attiva: attese, cortei e proteste

Esasperati da tempi sempre più dilatati, stanchi di attendere ogni volta un parere diverso, indignati per l’immobilismo di molta politica, oggi gli interinali Attiva protestano a Pescara (in consiglio regionale) attraversando la città in corteo.

Ad una settimana esatta dalla seduta straordinaria di consiglio comunale al termine della quale il voto dell’aula ( con la sola astensione di due consiglieri grillini) impegnava il sindaco Alessandrini “ad individuare tutte le azioni possibili per favorire il reinserimento degli ex lavoratori interinali, a partire da un’istanza di interpello al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali” tutto tace e nulla si muove. L’incontro tra i legali degli interinali ( gli avvocati Alfano e Di Paolo), i vertici di Attiva con relativi consulenti e il sindaco non è stato ancora nemmeno calendarizzato: un tavolo, l’ennesimo, chiamato stavolta a redigere l’istanza da spedire agli uffici ministeriali. Una nuova attesa dopo quella, peraltro vana, spesa sperando in un pronunciamento della Corte dei conti: un tempo che sembra ormai scorrere senza soluzione di continuità, un tempo che lavoratori e famiglie senza stipendi ormai da mesi non possono più permettersi di tollerare. Con questo spirito, esasperato ma mai arrendevole, oggi la protesta degli oltre 65 ex interinali della in house del Comune attraverserà il cuore di Pescara con un corteo che da piazza Sacro Cuore arriverà fin sotto Palazzo di Città dove è previsto il consiglio regionale. Con gli ex Attiva, in corteo prima e in consiglio poi, a far sentire la propria voce di disagio e disperazione ci saranno anche i precari della Asl Sulmona-Avezzano- L’Aquila. Una giornata simile a molte altre: di attesa e contestazioni, di slogan e polemiche.  E se anche il mese di febbraio, dopo gennaio e ancor prima dicembre, volge al termine senza che nulla si sia sbloccato, nei lavoratori si radica sempre di più la sensazione che più di ogni altra cosa ciò che latita davvero è la volontà politica a risolvere quella che, ormai da mesi, ha tutte le sfumature di una vertenza innanzitutto sociale.

Il servizio del Tg8: