Covid: da Roma ad Ovindoli e Rocca di Mezzo per cambiar vita

In pieno lockdown Rocca di Mezzo e Ovindoli, dopo molti anni, hanno fatto registrare un incremento demografico: due famiglie si sono trasferite da Roma con i bimbi regolarmente iscritti nelle scuole del paese. Il Covid per cambiar vita.

Una inattesa inversione di tendenza rispetto al fenomeno dello spopolamento: nel centro montano, che sorge ad una altezza di 1.329 metri e dove risiedono 1.444 abitanti, in pieno lockdown si sono registrati 10 residenti in più, tutti trasferiti da Roma, tra cui 6 bambini appartenenti a tre famiglie, regolarmente iscritti a scuola. Un’altra famiglia si è trasferita, sempre da Roma, nella vicina Ovindoli (1.1996 abitanti e 1.375 metri di altitudine), con tre ragazzi che frequentano l’istituto scolastico di Rocca di Mezzo, dove ci sono materna, elementari e medie. Come sottolinea il sindaco, Mauro Di Cicco, si tratta di tre famiglie “che vivono da noi per cambiare completamente vita”. E in tal senso, le nuove forme di lavoro introdotte dal virus, in particolare lo smart working, hanno favorito queste decisioni.

“Le famiglie in questione si sono trasferite da Roma, i genitori possono stare a Rocca di Mezzo lavorando in smart working  hanno preso la residenza e deciso di iscrivere i propri figli nella nostra scuola. Alcuni di loro preferiscono viaggiare una ora e mezza all’andata ed altrettanto al ritorno, a Roma sono tempi medi di spostamento, per dare una qualità della vita migliore alla propria famiglia, soprattutto ai bambini che possono godere di una vita più a misura d’uomo e solidale in un momento drammatico per la umanità”. Per il primo cittadino si tratta di una nuova frontiera del turismo “che può riequilibrare i tradizionali flussi e le tradizionali abitudini”. “E’ un turismo che definirei esperenziale – chiarisce Di Cicco -. Piccoli centri possono assicurare una qualità della vita alti se ci sono servizi essenziali, tra cui ad esempio la farmacia, la casa di riposo, le scuole, le palestre ed esercizi commerciali”.

“Dobbiamo lavorare per dotare i centri cosiddetti minori che non sono pronti, ad adeguare servizi e offerta turistica al fine di invertire quindi la tendenza. Dobbiamo avere la capacità di promozione del territorio perché credo che questa possibilità che emerge, paradossalmente, con la pandemia, possa aprire nuovi scenari turistici. Se siamo attenti ad intercettare questi cambiamenti, possiamo salvare le nostre zone dallo spopolamento – spiega ancora il sindaco che conclude ricordando che Rocca di Mezzo insieme ad altri comuni abruzzesi, laziali ed umbri hanno creato il brand “Borghi del Repiro”.