Traforo del Gran Sasso, inchiesta sull’incendio del bus

La Procura de L’Aquila ha aperto un’inchiesta per accertare le cause e le eventuali responsabilità dell’incendio al bus con 47 persone scoppiato sabato nel traforo del Gran Sasso.

A condurre le indagini è la Polstrada de L’Aquila, che ha già acquisito le testimonianze sull’accaduto, ascoltando i passeggeri dell’autobus, in gran parte ragazzi, che erano diretti a Roma per partecipare alla trasmissione “Amici” di Maria De Filippi. Gli investigatori ovviamente si avvarranno della perizia che i Vigili del Fuoco, intervenuti per domare il rogo, stanno redigendo. Dai primi accertamenti, in ogni caso, non sarebbero emersi particolari rilievi sul comportamento del conducente, il quale ha superato senza problemi i test alcolemici e tossicologici, ed il cui atteggiamento al momento dell’incendio è stato indicato dai testimoni come corretto e professionale, e gli stessi passeggeri non si sono fatti prendere dal panico. Anche la documentazione di manutenzione dell’autobus non avrebbe carenze, così come i tempi e le procedure del dispositivo di emergenza messo in atto dalla concessionaria “Strada dei Parchi” al momento del rogo: i rilevatori hanno funzionato, facendo scattare subito i soccorsi, e gli spazi di emergenza interni al Tunnel per l’evacuazione sono stati immediatamente fruibili.

Il bilancio resta quello di pochi feriti con lievi conseguenze, tra cui una ragazza portata al “San Salvatore” in quanto sofferente di asma. Per il tunnel è in corso una più approfondita valutazione dei danni che l’incendio ha provocato alle murature e agli impianti. Pur non essendo di lieve identità, i danni non hanno comunque provocato rischi per il calcestruzzo del traforo.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.