Inchieste Cardiochirurgia Chieti, Di Giammarco ai domiciliari

Nell’ambito di un altro filone di inchiesta sulla gestione della Clinica Cardiochirurgica di Chieti, disposti gli arresti domiciliari per il prof. Gabriele Di Giammarco e altri tre indagati.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip di Chieti Luca De Ninis, su richiesta della Procura guidata da Francesco Testa, a seguito di indagini da tempo in corso da parte degli uomini della Guardia di Finanza. Assieme a Di Giammarco, ai domiciliari anche due imprenditori che operano nel settore della distribuzione di apparati medicali per multinazionali e un agente di commercio.

Oltre ai tre arresti, disposti anche un provvedimento di interdizione per 12 mesi nei confronti di un medico di Padova e di un medico della Cardiochirurgia di Chieti, ed una perquisizione eseguita nei confronti di una dirigente della Asl teatina.

Le attività di indagine della Guardia di Finanza di Chieti, durate circa un anno, riguardano condotte illecite nelle procedure di approvvigionamento di materiali e dispositivi medici utilizzati dall’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Ospedale SS. Annunziata di Chieti. Le accuse a vario titolo vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, dal falso all’omicidio colposo.

Gli investigatori sono partiti dal “consumo anomalo e spropositato di protesi cardiache e altri dispositivi medici, che venivano approvvigionati dall’Asl al di fuori di qualsiasi procedura di evidenza pubblica, a prezzi più elevati rispetto ad altre aziende sanitarie, e che spesso venivano lasciati scadere o sperperati per far lievitare il volume degli acquisti e dunque i guadagni dei fornitori”.

Le indagini hanno consentito di documentare, secondo l’ipotesi accusatoria “l’esistenza di un articolato fenomeno di corruzione sistemica posto in essere dal primario di quel reparto sin dal 2011”. Tale pratica, secondo gli inquirenti, è stata “ulteriormente favorita dall’inerzia della governance dell’Asl Chieti che, dal 2009 al 2019, non ha mai espletato alcun bando di gara pubblica per acquisto di dispositivi medici per l’Uoc di Cardiochirurgia. Solo nel 2019 è stata predisposta e autorizzata la procedura per l’espletamento di gara pubblica del valore di oltre 3 milioni, nel corso della quale sono state ulteriormente accertate condotte illecite da parte dello stesso primario”.

Per consolidare il quadro probatorio, fanno sapere gli inquirenti, è stata necessaria una complessa disamina contabile-amministrativa presso l’Asl 2 di Chieti, con il contributo fattivo dell’attuale direttore generale, che ha posto in evidenza come le protesi cardiache oggetto di indagine “non solo sono risultate il dispositivo più utilizzato tra 2012 e 2019, ma anche quelle più onerose per l’azienda pubblica per importo superiore a un milione e mezzo di euro, pur essendo presenti sul mercato analoghe tipologie di valvole a costi inferiori e inserite nel preesistente bando di gara del 2009”.

L’ALTRO FILONE – Il filone di indagine che ha portato ai domiciliari il prof. Di Giammarco è diverso da quello relativo alle attestazioni dei tutoraggi, nell’ambito del quale lo scorso giugno il primario e direttore della Clinica Cardiochirurgica di Chieti venne sospeso -sempre dal Gip di Chieti- dalle attività sanitarie e da quelle accademiche. Proprio nei prossimi giorni, su questo secondo fronte, è attesa la pronuncia della Cassazione sul ricorso presentato dai legali di Di Giammarco, Augusto La Morgia e Leo Brocchi, avverso i provvedimenti interdittivi.

IL COMMENTO DI MARSILIO – “Dopo almeno 10 anni di inerzia, disattenzione (se non addirittura complicità), la Asl interviene a difesa dell’interesse pubblico, senza guardare in faccia a nessuno e senza timori reverenziali. E’ bastato fare la cosa più normale del mondo, seguendo il preciso mandato che il Presidente della Giunta e l’Assessore alla Salute hanno fornito ai Direttori nominati: procedere a gare, stimolare la concorrenza, rispettare le regole del libero mercato e dell’interesse pubblico, per recuperare milioni di euro in forniture inappropriate. Adesso è un po’ più chiara la ragione per la quale la Asl di Chieti accumulava decine di milioni di deficit ogni anno. Ringrazio e faccio i miei complimenti al DG Thomas Schael: mai come oggi appare più felice la scelta di aver affidato questa Asl a una persona estranea all’ambiente, ai suoi condizionamenti e scevra da pregiudizi e rapporti personali”, ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio

IL COMMENTO DI NICOLETTA VERI’ – “Apprendiamo con profondo dolore gli sviluppi dell’inchiesta della magistratura su alcuni episodi che sarebbero avvenuti nell’unità di cardiochirurgia del policlinico di Chieti. Abbiamo massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e ci auguriamo che venga fatta piena luce su quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Come Assessore, oltre a garantire la massima collaborazione da parte della Regione (così come ha già fatto e sta facendo la direzione generale della Asl), voglio però puntualizzare che si tratta di una vicenda isolata e circoscritta, che non può e non deve in alcun modo oscurare il grande lavoro che, soprattutto in questo periodo di emergenza, i medici e tutti gli operatori sanitari stanno garantendo ai nostri concittadini”. Lo dichiara l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.
Intanto per domattina sono stati convocati in Assessorato il direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Thomas Schael e il rettore dell’Università “D’Annunzio” (trattandosi, la cardiochirurgia, di disciplina a direzione universitaria), per assumere i necessari provvedimenti urgenti di carattere sanitario.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.