Inchiesta balconi L’Aquila, i legami con la Campania

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I paralleli tra lo scandalo delle New Town di Pozzuoli per il bradisismo del 1983 e l’inchiesta sui balconi a L’Aquila: a evidenziarli fu Franco Gabrielli.

A ripercorrere il legame tra vicende lontane tra di loro nel tempo, ma con molti punti di contatto è un approfondimento di Marcello Ianni su “Il Messaggero”, a pochi giorni dalle richieste di rinvio a giudizio dei PM aquilani nei confronti degli imputati per il crollo dei balconi del “Progetto Case”. Nel nuovo elenco emergono nomi, soprattutto campani, che evocano vecchie vicende tutt’altro che limpide, tra cui una che assomiglia molto al post-sisma aquilano: la costruzione degli alloggi per gli sfollati a seguito del bradisismo di Pozzuoli nel 1983, con la nascita della “New Town” di Monteruscello, anch’essa (corsi e ricorsi storici) caratterizzata da gravi problemi nella tenuta dei balconi.

Il legame con uomini e storie della Campania venne evidenziato anche dall’ex Prefetto de L’Aquila (oggi di Roma) Franco Gabrielli, e sviluppato sul fronte investigativo da Franco Roberti (Capo della Direzione Nazionale Antimafia) e naturalmente dalla Procura de L’Aquila, che ha archiviato il fascicolo. Ma adesso alcuni nomi campani di spicco tornano a spuntare nell’inchiesta sui balconi: è il caso di Wolf Chitis, noto imprenditore napoletano che venne arrestato ai tempi della “prima tangentopoli” degli anni 90 per appalti in cui vennero coinvolti all’epoca politici di spicco come Paolo Cirino Pomicino e Giulio Di Donato, e il suo altrettanto potente successore alla guida dell’Acen (l’associazione dei costruttori edili napoletani) Francesco Tuccillo. Ci sono anche i loro tra i 37 indagati per i balconi crollati a Cese di Preturo. Solo coincidenze?

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.