Giudice “imputato” trasferito a Chieti

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Giudice “imputato” trasferito a Chieti. E’ accusato di tentata estorsione  nei confronti del Governatore del Molise . Avrebbe chiesto di finanziare la tv di una sua amica giornalista.

Nei confronti dell’ex sostituto procuratore di Campobasso,  in servizio da circa un mese al tribunale civile di Chieti, la Procura della Repubblica di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio. L’ex pm di Campobasso, Fabio Papa, è accusato insieme alla direttrice di Telemolise, Manuela Petescia di aver ricattato il presidente della Regione Paolo Di Laura Frattura. Avrebbero minacciato di rovinarlo attraverso l’ inchiesta sulla Biocom ( poi archiviata) e mediante una campagna televisiva di denigrazione. Entrambi sono accusati di  tentata concussione e tentata estorsione ai danni del Governatore. L’obiettivo pare fosse quello di ottenere finanziamenti pubblici per Telemolise sotto minaccia sia di azioni giudiziarie che di una campagna di linciaggio attraverso la denigrazione mediatica. Secondo i magistrati del capoluogo pugliese, l’ex pm Papa avrebbe utilizzato l’indagine Biocom (da lui avviata e che vedeva Frattura come principale indagato), per provare a costringere il Governatore a predisporre una legge di finanziamento all’editoria che favorisse Telemolise. Secondo i giudici pugliesi,durante una cena organizzata nell’ottobre 2013 nell’abitazione che Papa e Petescia condividevano, il magistrato avrebbe rivelato al governatore  Frattura la pendenza a suo carico di un procedimento penale sulla Biocom a cui egli stesso stava lavorando, chiedendo di adottare al più presto misure economiche a sostegno della Tv della Petescia. Lo avrebbero perciò invitato a promuovere con urgenza una legge regionale destinata a garantire il finanziamento della tv . Oltre ai reati di tentata concussione e tentata estorsione, vengono contestati quelli di rivelazione di segreto istruttorio e due episodi di abuso d’ufficio. L’inchiesta è nata nei primi mesi del 2014 e anche il Csm aveva avviato una procedura di trasferimento del pm Papa da Campobasso, procedura che è arrivata a compimento dopo l’estate 2014 con il trasferimento del magistrato prima a Rovigo poi ad Ancona. Fino a quel momento il governatore Frattura non si era ancora rivolto ai magistrati di Bari. Lo ha fatto  verso la fine dello scorso anno  quando decise di andare a sporgere una propria denuncia contro Papa e  Manuela Petescia ricostruendo in particolare l’episodio della cena. Intanto il giudice Papa è al lavoro da un mese al pianterreno del tribunale civile di Chieti e si occupa di esecuzioni mobiliari e giudizi civili ordinari.

LA NOTA DEL GIUDICE PAPA: SU DI ME SOLO FANGO (ANSA)

Papa interviene in relazione ad “articoli di stampa comparsi nei giorni recenti, relativi a vicende giudiziarie che coinvolgono il sottoscritto, fatalmente sintetici, imprecisi e approssimativi, sono letteralmente costretto e comunque desidero rappresentare quanto segue, nei limiti in cui mi è concesso, attesa la mia funzione, a tutela della mia onorabilità personale e professionale”. “La vicenda – spiega – che mi vede del tutto involontario protagonista, molto complessa, ha origine nell’iniziativa, ormai purtroppo molto consueta, di alcuni indagati ‘eccellenti’, di intervenire – contando sulla propria rete di conoscenze strategiche, mediante innesco della cosiddetta ‘macchina del fango’ – sul magistrato che deve occuparsi delle loro condotte, strategia evidentemente più efficace rispetto all’esercizio ordinario del diritto di difesa, specie, come nel caso di specie, quando si è consapevoli che quel magistrato non è in alcun modo ‘addomesticabile’ secondo le perverse logiche corruttive e di potere altrettanto ormai consuete”. realizzata ai miei danni persino attraverso manipolazioni e falsificazioni, e strumentalizzando in maniera solo suggestiva e del tutto priva di riscontri circostanze attinenti alla vita privata, che nulla avevano a che fare con lo svolgimento della mia funzione”. “All’occorrenza – prosegue -, si è ricorsi persino ad inventare letteralmente episodi mai avvenuti e decisamente non credibili già secondo logica e buon senso elementari, non preoccupandosi del fatto della totale assenza di riscontri e prove e anzi, della presenza di inoppugnabili dati oggettivi in senso contrario”. “Ho denunciato per tempo – spiega ancora -, e continuo a denunciare, in tutte le sedi competenti, questa gigantesca operazione, davvero complottistica e atrocemente calunniosa, ai miei danni, potendo contare, del resto, sull’assoluta incontestabilità ed evidenza oggettive di quanto risulta documentalmente dagli atti, in luogo delle mere asserzioni apodittiche di coloro che hanno ideato ed eseguito tale manovra davvero infame. “Sono, e voglio rimanere, del tutto sicuro che tali evidenze non potranno che essere, al termine di questa vicenda davvero incredibile, riconosciute come tali – conclude -, pur consapevole, come peraltro sta avvenendo, che danni irreparabili e gravissimi si stanno arrecando alla mia sfera personale e professionale, in ragione di alcune lentezze e ritardi, nonché di ‘sviste’ e omissioni di alcune autorità adite che si spera e si crede non siano in qualche misura partecipi, ricordata la straordinaria rete di conoscenze e aderenze dei politici-imprenditori e di rappresentanti di vertice di forze di polizia che parrebbe essere scesa in campo per assicurare il buon esito, a dispetto della verità e delle risultanze oggettive, di un’esecrabile operazione originata per garantirsi l’impunità dei propri abusi e misfatti, a qualsiasi costo”.