Fiume Orta, morti i due coniugi di Scerni (FOTOSEQUENZA)

Due coniugi 32enni di Scerni, Giuseppe Pirocchi e Silvia D’Ercole, sono precipitati a Caramanico nel fiume Orta. Morti per un selfie: si sono sporti troppo sulle rapide di Santa Lucia. I corpi recuperati a Salle. Mercoledì 3 Maggio i funerali. A Scerni il Sindaco ha indetto una giornata di lutto cittadino.

Sono stati recuperati in serata senza vita i corpi dei due coniugi residenti a Scerni, in provincia di Chieti, vittime entrambi di un incidente nel fiume Orta in località Valle dei Luchi. Secondo le prime testimonianze dei presenti, la coppia si era avvicinata al fiume per un selfie. La donna sarebbe caduta nel fiume e il marito, nel tentativo di soccorrerla, avrebbe perso l’appiglio insieme a lei. Trascinati via dal fiume in piena, i corpi sono stati ritrovati a circa 500 m distanti dal luogo dell’incidente, nel territorio di Salle, ed estratti rispettivamente dagli elicotteri di Vigili del Fuoco e 118. Sul luogo hanno contribuito alle operazioni di estrazione i tecnici del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino con squadre di terra e forristi, insieme a personale dei Vigili del Fuoco. La coppia era arrivata a Caramanico con le sorelle di lei e i due figli piccoli di 5 e 8 anni. Lei era un’infermiera, lui dipendente di un’azienda della zona.

Il sindaco di Scerni, Alfonso Ottaviano, ha proclamato per domani il lutto cittadino durante la celebrazione dei funerali, a Scerni, nella chiesa di San Giacomo alle ore 16.30 officiati dal parroco don Graziano Fabiani. Su Facebook, il Comune di Scerni ha aggiornato la sua immagine del profilo istituzionale con la bandiera italiana listata a lutto. Il sindaco Ottaviano parla di “tragica fatalità” ed evidenzia “il dolore di tutto il paese per due bambini che in un attimo sono rimasti senza genitori. Pur avendo alle spalle una solida famiglia non saranno lasciati soli”.

vittime fiume orta

In un primo momento era circolata la voce che la coppia facesse parte di un’escursione guidata partita da Caramanico, ma la cooperativa Majambiente, che organizza visite lungo il fiume Orta in piena sicurezza, ha smentito la notizia. La Valle dell’Orta è un canyon carsico e rappresenta uno degli ambienti del Parco nazionale della Majella più ricchi di biodiversità, sia per la sua conformazione geologica sia per l’altitudine che oscilla tra i 140 e 500 metri. Il canyon si è formato grazie all’erosione dovuta all’attività del fiume Orta aiutato anche dal forte e improvviso innalzamento della Majella che ha provocato un aumento della pressione fluviale.

Il sindaco di Caramanico Simone Angelucci, accorso sul luogo della tragedia assieme ai soccorritori ha spiegato: “La nostra rete sentieristica ospita migliaia di visitatori all’anno. I sentieri sono assolutamente ben segnalati e ben tenuti. È una parte molto bella che attrae molti visitatori proprio per le rapide, chiamate ‘marmitte’, che sono lontane dal sentiero. Quando si va al di fuori dei sentieri i rischi aumentano. Ci sono delle gole con delle rocce molto lisce, umide e scivolose. In ogni caso ora non conosciamo la dinamica dell’accaduto”.

Intanto le salme dei due coniugi sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale di Chieti. In un secondo momento  il magistrato di turno, Valentina D’Agostino del Tribunale di Pescara, deciderà se disporre ulteriori accertamenti prima di restituire le salme alla famiglia. I Carabinieri della compagnia di Popoli (Pescara) e i Forestali stanno raccogliendo testimonianze per ricostruire la dinamica dell’incidente, avvenuto nella Valle dei Luchi, una zona molto suggestiva del fiume Orta caratterizzata da canyon e vere e proprie rapide, lontana dai sentieri, dove le pietre in alcuni tratti possono essere molto scivolose.

Nel pomeriggio di oggi intanto è giunta la smentita di Donato D’Ercole, zio di Silvia, circa la presunta causa dell’incidente che ha coinvolto i due coniugi: “Non stavano facendo nessun selfie quando è accaduta la disgrazia”. Secondo lo zio della 32enne, la nipote sarebbe caduta nel fiume dopo essere scivolata sulla melma e Giuseppe Pirocchi a sua volta sarebbe precipitato nelle rapide del fiume, mentre cercava di salvarla. Questa la dinamica dell’incidente, secondo il racconto di Angela e Daniela, sorelle di Silvia, così come riferito da Donato D’Ercole.

“Non abbiamo elementi oggettivi che possano confermare o far propendere per la teoria del selfie”: a dichiararlo è il tenente Tonino Marinucci, comandante dei carabinieri della compagnia di Popoli che, insieme ai carabinieri forestali, si stanno occupando degli accertamenti sull’incidente.

Intanto, dopo la ricognizione cadaverica, è stata disposta la riconsegna delle salme dei due giovani ai famigliari.

IL SERVIZIO DEL TG8:

LA FOTOSEQUENZA DEI SOCCORSI

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.