Multa a D’Alfonso per eccesso di velocità: accuse e repliche

tutor-autostrada-segnaleticaIl sottosegretario alla Giunta regionale abruzzese, Camillo D’Alessandro, risponde alle polemiche sollevate dal consigliere regionale Mauro Febbo sulla multa per eccesso di velocità che la polizia stradale ha elevato il primo agosto scorso sull’autostrada A25, nei confronti del presidente Luciano D’Alfonso e che è stata al centro di alcuni ricorsi.
“Ci troviamo di fronte – dice D’Alessandro – ad una violazione posta in essere per garantire l’adempimento di un dovere istituzionale” che si “esplicava nella necessità di partecipare a una riunione presso il Ministero dello Sviluppo economico a Roma, prevista alle ore 8:00, per poi incontrare il viceministro Claudio De Vincenti. Questo – spiega D’Alessandro – verrà rappresentato nel ricorso che, come cittadino e quindi senza alcun privilegio, il presidente D’Alfonso presenterà al Giudice di pace di Avezzano, competente per territorio, mentre il Prefetto de L’Aquila ha rigettato il ricorso avverso la multa, poiché la polizia stradale ha prodotto delle controdeduzioni sulla insussistenza dello stato di necessità. In ogni caso – conclude D’Alessandro – qualora le sue ragioni non venissero riconosciute in sede di ricorso, legittimamente consentito ad ogni cittadino, si provvederà al pagamento dell’ammenda. Quanto alle polemiche sollevate dal consigliere Febbo, il presidente se la sarebbe potuta prendere comoda, pernottando la sera prima in un albergo a Roma, cosa che notoriamente non è consigliabile per la Regione abruzzese ereditata”.

LA CONTROREPLICA DI FEBBO

Sono le 4 questioni poste dal Consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, nell’interrogazione urgente depositata all’Emiciclo e relativa alla contravvenzione di 1400 euro elevata al Presidente della Regione Luciano D’Alfonso lo scorso primo agosto sull’autostrada A25: con quale macchina è stata commessa l’infrazione, da chi era condotta e a che velocità procedeva; i motivi che hanno indotto chi guidava l’auto a viaggiare oltre i limiti di velocità a quell’ora del mattino (ore 6.42), considerando che fino alle 7.00 le infrazioni vengono elevate di un terzo; chi pagherà tutte le spese relative al ricorso e successivamente all’eventuale conferma della sanzione amministrativa; se l’Amministrazione regionale si farà carico di un eventuale rimborso a beneficio dell’autista nell’eventualità di una sospensiva della patente. Nel documento l’esponente della minoranza ripercorre le fasi della vicenda: dal ricorso per l’annullamento della multa respinto dal Prefetto dell’Aquila, alla delibera di Giunta con cui è stato mandato all’Avvocatura regionale di impugnare il verbale davanti al Giudice di Pace. Nell’interrogazione del Consigliere Febbo si legge ancora: “Si presume che alla guida del veicolo ci fosse l’autista del Presidente D’Alfonso che certamente, non in maniera autonoma, ha deciso di spingere il piede sull’acceleratore, consapevole di contravvenire alle più elementari norme del Codice della strada. In questo modo, però, non solo ha messo a repentaglio la sicurezza dei passeggeri trasportati, ma anche della circolazione stradale, senza nessun tipo di giustificazione ‘istituzionale’. E nella fattispecie la violazione dei limiti di velocità prevede la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da 1 a 3 mesi. Dal Sottosegretario alla Presidenza, proprio in virtù del ruolo di primo piano”-conclude Febbo-“mi aspetterei un atteggiamento sobrio e coerente con la carica che ricopre e che alzi l’asticella del confronto, mentre la tiene a terra con risposte infantili (eufemismo)”.

Sii il primo a commentare su "Multa a D’Alfonso per eccesso di velocità: accuse e repliche"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*