A Chieti difficile situazione nella zona industriale

Caro Direttore,

via Penne è una traversa di Via Piaggio, a Chieti Scalo.
Ci troviamo nel cuore della zona industriale. Opifici, fabbriche, ma anche molte abitazioni.
Via Penne è una strada che avrebbe bisogno di manutenzione, come pure i marciapiedi, la segnaletica orizzontale è inesistente, alberi e cespugli dovrebbero essere potati.
Ciò che colpisce la persona appena arriva in questa via, è uno strano odore… non ben definito.
I residenti sono abituati, perché combattono, vivono e subiscono questa situazione da sempre.

Sarà stato un caso, ma in questa via sono state costruite fabbriche che per la loro lavorazione diffondono e generano questo cattivo odore.
La Mantini s.r.l. è un’azienda per lo smaltimento dei rifiuti urbani, ha un deposito di materiale di plastica a cielo aperto, ma ha l’autorizzazione…
La S.E.AB. s.r.l. è una azienda che gestisce una piattaforma per i rifiuti speciali e pericolosi.
La Ex CONCERIA C.A.P. chiusa da decenni per il cattivo odore che emanava la lavorazione delle pelli.
La qualità ambientale della zona è problematica, addirittura i residenti mi hanno fatto presente che in alcune ore, specialmente nelle prime ore del mattino, c’è un fetore insopportabile che dovrebbe arrivare da un opificio, che trasforma frattaglie ed ossa di animali, per compostaggio agricolo.
A questo punto è difficile stabilire se era meglio la puzza della conceria o l’attuale.

Il 22 febbraio 2007, il comune di Chieti ha emesso un’ordinanza urgente,la N° 281 per “il divieto di uso delle acque sotterrane” in prossimità del sito industriale ex conceria C.A.P. e altri siti contigui, ubicati in Via Penne ( traversa Via E.Piaggio), per la contaminazione delle acque sotterranee a causa di composti pericolosi, solventi, clorurati, cromo, idrocarburi pesanti specialmente, il Tricloroetilene e il Dicloroetilene.
L’ARTA, causa gli inquinanti rilevati per un raggio di circa 1000m,nella zona esaminata, ha suggerito al comune la suddetta ordinanza.

Sono rimasto stupito nel constatare che i residenti, imprudenti, si dedicano a coltivare orti e campi di grano.
Ho proseguito la mia passeggiata sino al fiume Pescara. Ho visto l’ex DRAGAGGIO DEL PONTE SAS abbandonato e fra i cespugli, ho trovato tante discariche.
Il luogo è idoneo anche per le coppiette. Il silenzio, il fruscio del fiume, l’abbondante vegetazione, creano l’ambiente giusto per stare insieme…, infatti, una macchina stava uscendo da un viottolo.
Mi è venuto in mente che il lungo fiume potrebbe essere utilizzato per un percorso ciclo pedonale. Sarebbe una meraviglia!

Ho parlato con un residente, il sig. D’Aurelio. Mi ha evidenziato che le abitazioni che si trovano nella zona dove abita lui, molto vicine al fiume, non hanno la fogna.
Ogni famiglia ha pensato a realizzare un pozzo nero biologico. Però, pagano al comune la bolletta dell’acqua con le spese per la fogna e la depurazione dell’acqua. Mi ha raccontato che c’era un accordo” forfettario…” con il comune…
La quota che pagano sulla fattura dell’acqua veniva compensata da un paio di prelievi gratuiti del liquame del pozzo nero,che ora non viene più fatto.
La cosa ridicola, ha proseguito, è, che attaccato a casa mia, c’è una fogna puzzolente che raccoglie gli scarichi di tutta la zona che viene scaricata al fiume. Lui ed i vicini non hanno avuto l’autorizzazione per scaricare i loro liquidi in questa fogna. Mi ha evidenziato anche il problema dell’acqua potabile, imbevibile, colorata, puzzolente.
Esiste una colonnina di sfiato, ma è chiusa. Quindi l’acqua ristagna …Per cucinare deve utilizzare l’acqua minerale.

La mia curiosità mi ha fatto fare un’altra riflessione: Queste ditte, hanno chiesto una relazione geologica a supporto della costruzione e gestione dell’impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti che amministrano?

Luciano Pellegrini – Chieti

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