Brescia – Pescara, pari con rimpianti

Il commento di Massimo Profeta – A Brescia, il Pescara conquista un pareggio (1-1) contro un avversario che, eufemisticamente, non si è rivelato irresistibile. Un dato di fatto che acuisce qualche rimpianto anche se, alla vigilia, tutti avremmo firmato o sorriso per il risultato scaturito dal campo.

In realtà, questa volta non ha convinto il piano partita ma anche la scelta di impiegare Odgaard nel ruolo di esterno del 4-3-3. Senza dubbio una forzatura. Il danese ha fatto il terzino. Avrebbe dovuto limitare la spinta di Pajac e nello stesso tempo ripartire. Non è nelle sue corde. Soprattutto con un baricentro di squadra troppo basso. Quanto accaduto nei primi 30′. Approccio sbagliato, squadra molle, soprattutto senza ritmo.

Sarebbe stato preferibile, probabilmente più logico, affiancare Odgaard a Ceter, ovvero due torri da servire optando per le verticalizzazioni. Quando è stato fatto, una sola volta con un lungo lancio di Sorensen, l’attaccante colombiano ha sfiorato il gol. Un gioco più diretto, a scavalcare il centrocampo anziché palleggiare, a volte rischiando, in orizzontale. Cosa che ha permesso al Brescia di pressare con molta più facilità.

E allora, paradossalmente, meglio affidarsi da subito al 3-5-2 con due punte centrali e altrettanti esterni invece di snaturare le caratteristiche di qualche singolo.

Sì, questa volta sul piano strategico e delle scelte,  Grassadonia non è sembrato ispirato al netto delle assenze, comunque pesanti, di Galano e Machin. La sensazione è che il tecnico biancazzurro si sia preoccupato troppo dell’avversario di turno, sulla carta di spessore, ma alla prova dei fatti tutt’altro che trascendentale. Tra l’altro, più di una perplessità ha destato l’esclusione dall’undici base di Vokic tra i migliori a Monza.

Sicuramente un passo indietro rispetto alle due precedenti esibizioni. Di converso, però, il merito di riequilibrare le sorti del match con Dessena. Si tratta del secondo pari consecutivo in rimonta. Il terzo se consideriamo il match col Lecce all’Adriatico. Non un dettaglio. Piuttosto, la dimostrazione palmare che il gruppo non intende mollare di un centimetro. Di certo il miglior viatico in vista della volata play out. Si deciderà tutto nei prossimi tre incroci: Entella in casa, Cosenza fuori, Reggiana di nuovo all’Adriatico. Almeno 7 punti per poi giocarsi la “vita” nelle ultime due gare contro Cremonese e Salernitana.

Il calcio ci fa animare, discutere, a volte anche litigare, ma alla fine, a prescindere dagli interessi, rimane soprattutto un gioco. Ecco perché la notizia più bella è rappresentata dalle buone condizioni di Grassadonia. Vederlo steso in panchina un’immagine forte. Per fortuna, solo un grande spavento e nulla più.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.