Export Abruzzo, per l’economista Mauro “catastrofismi fuori luogo”

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L’andamento economico della nostra regione, nel primo trimestre del 2019, secondo i dati forniti dall’ ISTAT risulta sostanzialmente in linea con quello nazionale. I dati sono stati commentati dall’ economista e docente universitario Pino Mauro.

Il Pil italiano rischia una nuova ricaduta e nel secondo trimestre potrebbe tornare a scendere. È quanto mette in evidenza l’Istat, in occasione della presentazione del Rapporto annuale. L’Istituto ha infatti illustrato una nuova stima, secondo cui “la probabilità di contrazione del Pil nel secondo trimestre è relativamente elevata”. Una piccola doccia fredda se si pensa che i primi tre mesi dell’anno si erano invece chiusi con un +0,1% e che lo stesso istituto ha previsto un mese fa una crescita dello 0,3% nel 2019. Guardando al 2018 l’Istat mette in evenienza come l’Italia abbia “proseguito il percorso di riequilibrio dei conti pubblici”, ma i progressi fatti “non sono stati sufficienti ad arrestare la dinamica del debito”, in salita. Il rapporto raccoglie e riorganizza i dati che mensilmente l’Istituto già diffonde e traccia un quadro riferito all’anno passato. Sul fronte del mercato del lavoro, nel 2018 il livello dell’occupazione è tornato a essere il più alto degli ultimi dieci anni, superando di 125 mila unità quello pre-crisi (+0,5% rispetto al 2008), ma il sistema è cambiato e presenta una maggiore fragilità delle posizioni lavorative. Il rapporto rileva come ad aumentare sia stato principalmente il lavoro dipendente (che in dieci anni è aumentato di 682 mila unità, +4%), la cui crescita nel corso del decennio è dovuta essenzialmente al tempo determinato: rispetto al 2008 si contano 876 mila occupati a tempo pieno in meno e quasi un milione e mezzo di part time involontario in più. Nuove vulnerabilità riguardano i giovani, le donne, i stranieri e i divari territoriali.  Gli investimenti nel primo trimestre 2019 hanno mostrato un miglioramento guidato dalle costruzioni. Dal lato dell’offerta, è mancata la spinta alla crescita del settore dei servizi mentre manifattura, costruzioni e agricoltura sono risultate in aumento. Nel 2018, la domanda estera netta ha fornito un contributo marginalmente negativo (per un decimo di punto) alla crescita del prodotto interno lordo, come sintesi di un rallentamento della dinamica delle esportazioni di beni e servizi in volume superiore a quello registrato dalle importazioni. Nel 2018, il mercato del lavoro ha risentito solo in parte del rallentamento economico e l’occupazione ha continuato a crescere. Le stime di contabilità nazionale relative all’input di lavoro nel totale dell’economia indicano, nella media dell’anno, un aumento dell’occupazione dello 0,9%. Nei primi mesi del 2019, il numero di occupati ha mantenuto un’evoluzione positiva.