L’Aquila. Cratere sismico 2009: il Governo ancora non nomina un sottosegretario

USRA

Se il Governo c’è, che batta un colpo. Questo il pensiero ricorrente fra le stanze degli uffici della ricostruzione dell’Aquila e del cratere sismico. Da quando il nuovo esecutivo “giallo verde” si è insediato, 40 giorni fa, la ricostruzione sembra essere sparita dall’agenda delle priorità.

E non soltanto per la questione ancora da risolvere delle tasse sospese alle imprese nel post-sisma e che pesano come una spada di Damocle su decine di imprenditori, ma anche per il silenzio su alcuni aspetti fondamentali per mantenere la continuità della ricostruzione. Mentre si avvicina la scadenza del contratto del dirigente dell’ufficio speciale dell’Aquila Raniero Fabrizi, – che segue a interim anche l’altro ufficio speciale, quello del cratere sismico dopo le dimissioni del collega Paolo Esposito – la ricostruzione resta immobile in un limbo d’incertezza: il Governo non ha ancora nominato, per esempio, un sottosegretario che sostituisca l’ex referente per L’Aquila e per il cratere Paola De Micheli, una figura istituzionale di riferimento per seguire i tanti problemi della ricostruzione e per avere un filo conduttore di comunicazione con il Governo e soprattutto con i dirigenti che a vario livello prendono decisioni relative al cratere sismico.

La mancanza di un referente politico a cui affidare le istanze del territorio, in un momento cruciale del percorso di ricostruzione, disorienta i sindaci, gli imprenditori, i cittadini. Non solo: anche la Struttura tecnica di missione creata per coordinare i processi di ricostruzione e sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 e guidata da Giampiero Marchesi non ha avuto ancora la definitiva conferma: soltanto una proroga di tre mesi fino a settembre. Eppure si tratta di un importante ufficio che coordina le amministrazioni centrali coinvolte nei processi di ricostruzione e di sviluppo dell’area del cratere aquilano, vigilando anche sull’attuazione degli obblighi di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale sugli interventi di ricostruzione da parte delle amministrazioni competenti. Preludio per la sua chiusura? Difficile dirlo, dato il silenzio da parte del Governo e la difficoltà persino dei parlamentari di istituire un dialogo. La mancata nomina di questi soggetti non è di poco conto: se non c’è un riferimento governativo, rischia di saltare anche la puntualità dello stanziamento dei fondi per la ricostruzione tramite le delibere Cipe, attese tutti gli anni entro l’estate per garantire il flusso di denaro necessario per il funzionamento della macchina organizzativa e degli uffici per l’anno successivo.

Ad esempio per pagare i lavoratori impegnati nell’assistenza tecnica degli uffici speciali e per tutto ciò che serve per farli funzionare: dal personale a tempo determinato (i tecnici che portano avanti l’esame delle pratiche) ai titolari degli uffici, fino all’acquisto di materiale, dalla carta al carburante delle auto. Per quanto riguarda i lavoratori assunti a tempo determinato la normativa ha previsto una proroga ma ogni anno la Cipe deve stanziare il relativo finanziamento entro il mese di agosto, tempo massimo per poter registrare la spesa alla Ragioneria e alla Corte dei conti. Ritardi anche sul fronte della nomina dei nuovi dirigenti dei due uffici speciali: ancora non si riunisce la commissione tecnica che si occupa di ispezionare i curricula dei candidati.ù