Coronavirus Abruzzo, contestato il bonus famiglie

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Alcune associazioni contestano i criteri per l’assegnazione del bonus famiglie concesso a chi è in  difficoltà per l’emergenza Coronavirus in Abruzzo.

L’Associazione per gli Studi giuridici sull’Immigrazione (Asgi), l’Arci Abruzzo e Molise, la Cgil Abruzzo Molise, il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e Legacoop Abruzzo individuano criticità discriminatorie nei requisiti richiesti per accedere al bonus per le famiglie bisognose.

“La delibera della Giunta regionale abruzzese – secondo le associazioni citate – stabilisce l’esclusione di numerosi cittadini stranieri ed è quindi illegittima. La scelta di inserire, in violazione di legge e in una situazione di emergenza che dovrebbe sollecitare una maggiore solidarietà, criteri volti a creare divisione tra gruppi sociali, appare davvero inaccettabile”.

Per segnalare i fatti è stata inviata una lettera alla Regione Abruzzo, e in particolare all’attenzione dell’assessore Piero Fioretti e del direttore di Dipartimento Claudio Di Giampietro. A firmarla sono stati Lorenzo Trucco, presidente di Asgi, Valerio Antonio Tiberio, per l’Arci Abruzzo e Molise, Carmine Ranieri, segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Marcello Impagnatiello, per il Cnca, e Leopoldo De Lucia, per Legacoop Abruzzo.

Il provvedimento in questione, la Dgr n. 193 del 10 aprile 2020, regola l’accesso dei nuclei familiari in condizioni di particolare disagio derivante dall’emergenza Covid 19 al contributo per l’acquisto di beni di prima necessità. Nella missiva di associazioni e sindacati viene sottolineato che, tra i requisiti di accesso al contributo, è prevista la residenza in Abruzzo in modo continuativo e “la cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea”. Requisiti che comportano “l’esclusione di numerosi cittadini stranieri”, motivo per cui “la delibera è illegittima per violazione di numerose norme”. I firmatari citano i riferimenti normativi, tra cui la stessa legge regionale n. 9 del 2020, in applicazione della quale è stata emanata la Dgr, il Testo unico sull’immigrazione e il decreto legislativo 251 del 2005.

“Anche a prescindere da questi insuperabili riferimenti normativi che la Regione è tenuta a rispettare – scrivono Asgi, Arci, Cgil, Cnca e Legacoop – la disciplina introdotta ci pare in contrasto con esigenze minime di equità, di ragionevolezza e di buona amministrazione: trattandosi infatti di un intervento emergenziale volto a rispondere alle difficoltà contingenti derivanti dalla pandemia, deve inevitabilmente essere rivolto a tutti coloro che abbiano subito gli effetti della stessa, indipendentemente dalla nazionalità e dal titolo di soggiorno.

L’auspicio è quindi che la Regione prenda in “in adeguata considerazione, sia sotto il profilo tecnico-giuridico, sia sotto il profilo equitativo, le osservazioni” e disponga “immediatamente la modifica della Dgr, consentendo l’accesso alle risorse stanziate a tutte le persone straniere bisognose, dimoranti nella regione Abruzzo. In mancanza ci attiveremo in ogni sede legale al fine di ottenere il ripristino della legalità nei termini sopra richiamati”.

Un altro punto dolente del bando viene sottolineato dal segretario generale della Cgil Abruzzo e Molise, Carmine Ranieri.

“Purtroppo la domanda può essere presentata solo per via telematica. Proprio perché il bonus è dedicato a famiglie bisognose, va da sé che magari non tutti hanno la disponibilità di un computer, di un tablet o di un telefonino adatto. È vero che l’interessato può rivolgersi ad alcuni punti di assistenza che di trovano nelle 4 province, ma la difficoltà di recarsi sul posto rimane, senza dimenticare che il periodo di emergenza sanitaria che stiamo attraversando consente di seguire una persona alla volta e la domanda scade domani a mezzanotte. Molti stanno telefonando a noi per avere lumi.
Inoltre – continua il sindacalista – per farsi accreditare la somma del bonus è necessario disporre di un conto corrente e anche in questo caso mi pare difficile che tutti quelli che sono in difficoltà lo abbiano.
Speriamo – conclude Ranieri – che queste criticità vengano risolte, in caso contrario ci rivolgeremo ai nostri consulenti legali per vedere come intervenire”.

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