Ricostruzione, Area omogenea Bussi: poco personale e pratiche ferme

La “vecchia” ricostruzione, quella del terremoto del 2009 che ha colpito il capoluogo abruzzese e circa 200 Comuni dell’intera regione (tra quelli dentro e quelli fuori cratere) , sta rallentando in modo rilevante. Troppi gli intoppi burocratici.

Intoppi che inceppano gli ingranaggi di una governance inaugurata cinque anni fa con la “legge Barca” sulla ricostruzione, da cui nacquero i due uffici speciali per la dell’Aquila e dei Comuni. Un rallentamento che si traduce in case inagibili e centri storici disabitati, con migliaia di persone ancora sfollate dentro ai confini del cratere.

La causa del rallentamento è soprattutto la carenza di personale. A denunciarlo sono i sindaci. I tecnici assunti per la ricostruzione negli 8 Utr (gli Uffici territoriali), sono scesi dai 72 previsti dalla legge Barca a meno di 50. Una diaspora, per le più svariate ragioni: malattie, maternità, trasferimenti in altre sedi ministeriali, oppure perché nel frattempo hanno vinto altri concorsi pubblici. E sono circa 500 le pratiche, per il solo cratere sismico, che restano ferme. C’è un altro fenomeno che rallenta l’apertura dei cantieri: la lentezza con cui i progettisti integrano le pratiche, spesso consegnate in modo incompleto e per questo bisognose di ulteriori documenti che tardano ad arrivare.

A denunciare una situazione di stallo non più sopportabile è il sindaco di Cugnoli, Lanfranco Chiola, coordinatore dell’Utr 5 di Bussi, nel quale rientrano anche 30 Comuni fuori cratere del Pescarese e del Chietino. Abbiamo grande difficoltà a pagare i tecnici, che qui non sono assunti ma lavorano come liberi professionisti, perché i trasferimenti statali arrivano con ritardo – spiega Chiola.

Oltre agli uffici sottodimensionati, c’è un altro problema che rallenta la ricostruzione: la nuova normativa che prevede la soppressione degli Uffici territoriali a partire dal prossimo 30 giugno e che, spiega Chiola, creerà non pochi problemi al processo di ricostruzione in corso, mentre i professionisti dell’Ufficio territoriale dei comuni fuori Cratere, non vengono pagati da un anno. Ad anticipare i soldi per loro sono i Comuni, che però, non vengono rimborsati dallo Stato dal 2016 e, denuncia Chiola:

Dopo aver anticipato per mesi le spese con fondi di bilancio comunale, non possono più sostenere questi anticipi a causa dei vincoli di bilancio e del rispetto degli equilibri finanziari del Comune.

Per quanto riguarda i Comuni rientranti nell’Ufficio territoriale 5 di Bussi sul Tirino, sono attualmente 763 i progetti depositati dal 2013 (per un valore complessivo di circa 295 milioni di euro), di cui: 282 progetti in corso di istruttoria e in attesa di integrazione: una ventina rilasciati per un importo totale di 134 milioni; 466 Stati di avanzamento dei lavori ammessi (per un importo totale di 71 milioni di euro) e 284 i progetti ancora da aprire. L’importo totale richiesto per la ricostruzione degli uffici fuori cratere sismico dell’Utr 5 è, invece, di 87 milioni di euro, di cui utilizzati circa 50 milioni e 14 ammessi a contributo.

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