L’Aquila, De Santis: “Gestione del Progetto Case nel caos”

Una gestione sempre più caotica e fuori controllo quella del grande patrimonio immobiliare del Progetto case dell’Aquila, le circa 20 piccole New Town lasciate in eredità dalla Protezione civile come risposta immediata agli aquilani sfollati dal terremoto del 2009.

Dopo lo stop al bando di housing sociale pubblicato dalla passata amministrazione e che avrebbe dato un alloggi a famiglie con alcuni requisiti specifici, tra cui una bassa situazione reddituale, le mille persone in attesa di una sistemazione restano nel limbo dell’incertezza. Con una delibera del marzo scorso, l’amministrazione comunale ha avviato il procedimento di riesame della delibera di Giunta comunale che aveva istruito il bando di ‘housing sociale’ (si disse che quel bando era stato calato su misura per gli stranieri, mentre è poi stato accertato che il 60-70% degli aventi diritto è costituito da famiglie di aquilani) ma deve ancora individuare come revocarlo, sebbene il sindaco Pierluigi Biondi e l’assessore al Sociale Francesco Bignotti lo abbiano congelato da mesi – con una lettera indirizzata alla dirigente – a graduatorie stilate e con 1200 nuclei familiari in attesa di notizie.

“Tenere gli alloggi chiusi significa non percepire affitti e canoni di compartecipazione e far pagare ai contribuenti utenze e manutenzione”, spiega il segretario dell’Italia dei Valori, Lelio De Santis.

E tra le famiglie che sull’assegnazione di un alloggio del progetto case facevano affidamento, si diffonde sempre più il malcontento, come denuncia il segretario dell’Italia dei Valori Lelio De Santis. Famiglie che si stanno organizzando con un pool di legali per fare ricorso contro il diritto negato. Ma c’è un problema: non esistendo ancora un atto formale di giunta o di dirigente di settore che revochi il bando, i cittadini non possono nemmeno difendersi da un punto di vista legale.