1978: quando gli UFO “invasero” l’Abruzzo (Video)

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Sono passati quasi 37 anni da quell’ottobre del 1978, quando gli UFO “invasero” l’Abruzzo, almeno così in molti pensarono. E il “Triangolo dell’Adriatico” fece parlare mezzo mondo.

Era il 1978, quando il “Triangolo dell’Adriatico”, una zona triangolare di mare tra Ancona, il Gran Sasso e Pescara fece parlare di sé mezzo mondo. In quel triangolo di mare accadde di tutto, in qualche caso grazie all’esagerazione e alla fantasia, ma in altri casi senza effettive spiegazioni.  Dalle acque del mare, come raccontavano gli stessi pescatori, venivano fuori colonne d’acqua dal diametro di una decina di metri. Il mare ribolliva in alcuni tratti, in particolare a nord di Martinsicuro e ci furono segnalazioni di corpi luminosi tra le onde. I marinai parlavano di bussole impazzite, di nebbie improvvise, di radar di bordo che localizzavano oggetti sconosciuti. Raccontavano di rumori, esplosioni di luci, improvvise correnti che facevano perdere la rotta ai pescherecci. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre del 1978 si consumò una tragedia in mare, al largo di San Benedetto del Tronto, quando morirono nel naufragio del loro peschereccio, due fratelli di Martinsicuro. “Una morte strana, troppo strana”, a detta degli altri marittimi. Ci furono decine e decine di avvistamenti tra l’Adriatico e il Gran Sasso, da Pescara fino a Martinsicuro. Addirittura pare si sia manifestata un’onda “anomala” che avanzò fino all’arenile di Pescara mettendo in fuga i turisti, mentre luci arancioni comparivano sul Gran Sasso e un “oggetto non identificato” paralizzò una centrale elettrica a Pietracamela. Suggestione collettiva? Esagerazione” Semplice coincidenza? Sta di fatto che furono chiamate in causa anche le forze dell’ordine con numerose segnalazioni da parte dei cittadini: le Capitanerie di Porto, ad esempio, più volte perlustrarono il tratto di Adriatico interessato dai presunti avvistamenti. Il fenome “UFO” in Abruzzo richiamò TV e giornalisti da mezzo mondo. Giunsero anche squadre di scienziati che, in qualche caso di nascosto, studiarono a fondo ciò che accadeva o veniva raccontato da esterrefatti testimoni. Le conclusioni furono per alcuni il silenzio, per altri il negazionismo, per altri ancora “solo bolle di gas”. Secondo alcuni ufologi esisterebbe una specie di rotta degli UFO che sorvola il Gran Sasso e si dirige verso l’Adriatico, e in uno dei vertici del triangolo, il Conero ad Ancora, gli avvistamenti di UFO sono e sono stati sempre centinaia. Dopo tanti anni, il Mistero del Triangolo dell’Adriatico continua ad affascinare e ad alimentare il dibattito. L’Abruzzo venne portato alla ribalta delle cronache nazionali ed internazionali. Chi ha vissuto quegli anni, racconta, ad esempio, di una diretta fiume da Pescara, da parte di Emilio Fede, allora in RAI. E i pescatori ricordano nitidamente quei mesi, in cui, raccontano, aveva timore a uscire in mare. Il mistero comunque resta. C’è chi dice che siano tanti i protagonisti di questa vicenda su uno scacchiere troppo ampio per far pensare ad una semplice serie di casi fortuiti e che, finora, non ci sono spiegazioni scientifiche esaurienti per archiviare il fenomeno come suggestione collettiva.

Video tratto dalla trasmissione “Voyager”

Ecco cosa scrive di quei mesi a cavallo tra il 1978 e il 1979, Pino Morelli, direttore “Xtimes:

“Dalla curiosità, al timore. Dalla preoccupazione, al panico. E’ ancora oggi difficile tranquillizzare quella gente (che lavora ancora con i testimoni d’epoca) perché non esiste nessun elemento inquinante nei racconti di ciò che loro (o i propri amici ed i rispettivi parenti) videro: luci che emergono, globi colorati che livellano la superficie o filtrano sotto le imbarcazioni. La loro “seconda casa” era diventata all’improvviso, un incubo. Altri colleghi poi, si trovarono in condizioni di autentico shock per via del ribollire del mare, o per il formarsi di straordinarie colonne d’acqua. E ancora timore, a causa di quelle anomale presenze di “formazioni” subacquee misteriose sui radar di bordo, per le enigmatiche interferenze elettromagnetiche o “semplicemente”, per l’avvenuto avvistamento di oggetti volanti nel cielo. Pedaso, Grottammare, Giulianova e Tortoreto, Ortona a Mare, Porto d’Ascoli, Cupra Marittima, Pesaro ed altre località confinanti, furono teatro, a partire dal 6 novembre 1978 (il primo testimone fu il pescatore Antonio Pallesca che avvistò un grosso globo luminoso che lo seguiva) di inspiegabili fenomeni, tutti documentati ed autenticati dagli stessi protagonisti. Fino al punto che quello abruzzese – marchigiano fu definito il nuovo “triangolo”, riferito ovviamente al ben più noto Triangolo delle Bermude che richiamò l’attenzione pubblica negli anni ’70.
Poi, avvenne il momento dei fratelli Vittorio e Gianfranco De Fulgentiis di Martinsicuro: pescatori trentenni inesperti (ma buoni naviganti) che porteranno per sempre nel silenzio la propria tragica storia. I vecchi uomini della costa, collegano agli altrettanti misteriosi avvenimenti, UFO il rocambolesco esito della loro scomparsa: nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, il loro motopeschereccio ”Francesco Padre” affondò nelle acque di S.Benedetto, affogandoli.
“Una morte troppo strana: uno dei giovani fu ritrovato con il volto spaventato e senz’acqua nei polmoni. Da escludere la morte per annegamento…”, come riferirono alcuni colleghi del posto i quali escludono assolutamente la causa di morte dei propri cari, se dovuta a circostanze “naturali”. Di questo ne è convinto ancora oggi il sig. Antonio Pallesca, uno dei pescatori che a suo tempo fu “seguito in mare” da misteriose luci rosse.
Anche qui torna a farsi sentire la presenza e testimonianza d’epoca di personaggi militari, o comunque adibiti alla pubblica sicurezza, che furono piuttosto solidali (certamente responsabilizzati, talvolta testimoni) e preoccupati per le sorti del Mare Adriatico e dei suoi “ospiti”.
Inizialmente pensarono (o misero a credere) potesse trattarsi di qualche sottomarino–spia: ipotesi saltata per via del fondo troppo basso del Mar Adriatico. Poi, formularono problemi collegati alla Nato. Oggi avrebbero forse indicato le cause attribuite chissà, alla guerra in Bosnia…
Immancabile l’intervento della Capitaneria di Porto di Pescara. Ma anch’essa rimase coinvolta in un avvistamento.
Episodio avvenuto in mare il 9 novembre, poco prima delle 21, alla presenza di cinque uomini, compreso il Comandante Nello Di Valentino. Riferirono di aver scorto a bordo della motovedetta “CP 2018” e durante una delle uscite di perlustrazione (proprio in cerca di eventuali risposte agli enigmi capitati in quei giorni) una luce luminosa di colore rosso, «simile ad un razzo», senza che i radar scorgessero alcuna presenza fisica nelle vicinanze. La definizione “simile” starebbe ad indicare una somiglianza ad un comune bengala usato come segnalazione.
Ma, visto che non dovremmo spiegare a un comandante di mare (e neanche al suo equipaggio) di che natura possa essere un vero razzo rispetto ad un Oggetto Volante Non Identificato, potremmo archiviare definitivamente l’accaduto, in maniera più seria del previsto. Se non altro, a causa del successivo colpo di scena, che vide stavolta la “CP 2018” dover subire un forte disturbo (black – out) del radar, avvenuto in circostanze ancor più misteriose, proprio sul luogo dell’avvistamento UFO in mare…
Un’altra eccezionale vicenda, raccontata dal sig. Vittorio S. di Silvi Marina (Te) che, proprio nel 1978 ebbe sul suo motopeschereccio ed assieme ai suoi fratelli un’incredibile esperienza paranormale, che ci racconterà nei minimi dettagli Domenica 22 Febbraio. Assieme a lui, altri marittimi, testimoni di altri fondamentali episodi accaduti in mare.

GLI EXTRATERRESTRI

Come si conviene nell’indagine ufologica, diverso è l’approccio di fronte alla disamina dei casi di incontri con eventuali visitatori alieni, da parte di particolari testimoni. Prima di tutto perché, mancano purtroppo prove reali di fotografie o filmati di autentiche creature extraterrestri. Al limite ci si potrebbe accontentare di tracce…
Tanto più dovremmo cercare di accettare quelle testimonianze che ci sembra più opportuno esaminare, cercando di non distruggere né la buona fede del contattato, né il nostro buonsenso…
Mentre possiamo contare decine di presunti casi di “incontri” di diversa tipologia, avvenuti in Italia tra il ’78 e il ’79, sono meno di dieci quei casi archiviati di IR3 (Incontri ravvicinati del terzo tipo) nel territorio abruzzese, proprio nel periodo immediatamente precedente o successivo all’ondata di avvistamenti UFO in Adriatico. Relativamente pochi quindi, rispetto alle numerose segnalazioni di UFO.
Due IR3 avvenuti a fine agosto. Il primo a Chieti, lunedì 28 (testimone il sig. Amerigo Rocci) con osservazione di una luce intensa nei pressi di una chiesa e l’apparizione di 5 esseri simili a bambini.
Il secondo avvenuto a Tortoreto (TE), con avvistamento UFO nei pressi di una collinetta e successivi esseri (3) scafandrati. Testimoni: un quartetto di giovani di S.Egidio.
Nel periodo “caldo” del flap abruzzese, abbiamo invece un primo caso registrato il 14 novembre a S.Donato di Tagliacozzo (AQ): l’allevatore Giuseppe Di Giovanni di buon mattino notò tra i cespugli, prima un oggetto cilindrico di cinque metri, dentro il quale osservò due piccoli esseri “olografici” dietro una specie di finestra.
Altri quattro casi li riscontriamo tutti a dicembre: il giorno 7 a Navelli (AQ), quando il sig. Alfonso Marinelli affermò di aver visto in viaggio (successivamente con auto completamente paralizzata) due luci volanti con a bordo delle forme umane molto piccole e fluorescenti che si mostrarono senza atterrare.
Due casi distinti, registrati entrambi a Francavilla al Mare (CH) il 16 dicembre. Testimoni degli avvenimenti: (l’allora signorina) Daniela Baldassarre che scorse dalla sua casa un oggetto luminoso e poi due esseri dai lunghi piedi e dalla testa quadrangolare.
Poi, il signor Alfonso D’Aviero: con il suo motorino, vide due piccoli esseri dagli occhi piccoli e tondi, con i quali il testimone cercò invano un approccio amichevole. Infine, il 23 dicembre avvenne in presenza della famiglia Bucco di S.Vito Chietino (CH) un IR3 mentre erano in auto, con avvistamento di un UFO all’inseguimento della vettura e successiva apparizione di uno o più esseri alti come bimbi, che scivolavano saltellando a media altezza.
Sembra piuttosto paradossale, la mancanza di riferimenti simili fra tutti i casi esposti, eccezion fatta per l’altezza degli “alieni” e della tipologia di UFO avvistati in questione.
Nessuna descrizione riferita ad ipotetici “grigi” o “nordici”, ossia gli extraterrestri più conformi alla stragrande maggioranza di testimoni oculari dal 3° tipo in poi. Eccezion fatta, per il caso di “Sabina”, una ragazza di Ancona testimone di un IR3 con un “grigio” che menzionerò in un articolo a parte.
Dopo 6 ustri del resto, mai più come nel ’78 – ’79 sono venuti alla luce avvistamenti e segnalazioni degni di grande risalto nelle zone interessate a quest’indagine, anche se di altri casi clamorosi, se ne contano parecchi, a distanza di anni dall’ondata nell’Adriatico.
Mi si conceda l’ironia di ipotizzare che, se fossimo vissuti nello stesso spirito del business americano, oggi forse avremmo in Abruzzo qualche motopeschereccio in più con la scritta “ALIEN TRAVELS”, alla scoperta magari di improbabili UFO alla deriva nell’Adriatico. Oppure avremmo riposato per qualche giorno nella “Baita dell’extraterrestre”, ai piedi di una montagna e in attesa di una risposta dai Fratelli dello spazio… Invece, niente folklore e nessuna verità.

LEGGENDE METROPOLITANE

Preferisco aggiungere a parte (sia beninteso), degli elementi assai discutibili ma non per questo censurabili, che hanno alimentato “mitologicamente” gli avvenimenti della fatidica ”ondata in Adriatico”.
Anche perché, pur non essendo documentate, le supposizioni che seguono aiutano ad intuire maggiormente il modo in cui un fenomeno collettivo possa tramutare il pensiero e le opinioni del cittadino, fino ad alimentarne i dubbi, le superstizioni o le proprie certezze anche “fideistiche”. Oltre a un intricato sottobosco di ilarità gratuite (in tutti i sensi), dallo sfondo vagamente “contattistico”, fino ad approdare ad una moderna favola ol chiacchiericcio da bar.
Ritengo che nascondere questo genere di notizie stampo “tabloid”, non aiuti ad evitare quella sorta di insulsi pettegolezzi che comunque trovano e troveranno sempre spazio nei salotti di chicchessia. Tanto vale riassumerli quasi tutti, almeno per una volta. Per il giusto senso della cronaca.
a) Nella regione Abruzzo, è opinione diffusa tra alcuni ufologi e appassionati del fenomeno, che sotto il Mar Adriatico, ci siano delle non ben specificate basi UFO.
b) A causa dell’imminente terremoto che occorse l’Irpinia qualche tempo dopo il flap italiano, “gli extraterrestri” avrebbero scongiurato una catastrofe di proporzioni nazionali, soccorrendoci a bisogno per evitare una strage o addirittura un gigantesco maremoto.
c) Anche dentro il Gran Sasso ci sarebbe una base segreta extraterrestre: qui gli eventuali visitatori, avrebbero dato informazioni tecnologiche ad ignoti personaggi (autorità o Governo – ombra). Dovrebbe essersi verificato in proposito, negli anni ’70, un’orribile mutilazione (o sezionamento) ai danni di un bambino terrestre per opera di alieni vendicativi, a causa di un mancato patto avvenuto tra noi e loro. La notizia fu trapelata grazie all’impresario di pompe funebri che vide la salma del piccolo…
d) Dentro il Gran Sasso, non si studiano soltanto “neutrini” o terremoti simulati, ma “ingegneria” segreta americana, con eventuale implicazione aliena.
e) Sempre sul Gran Sasso potrebbero esserci delle “porte dimensionali” avvistate anche di recente, da attendibili scalatori.
f) Negli ultimi trent’anni, si sarebbero verificati scontri a fuoco fra extraterrestri “positivi” e “negativi” nei cieli dell’Adriatico.”

Pino Morelli, direttore Xtimes