Ud’A: documenti e cori da stadio per la fine di un’era

Al grido di ” Siamo tutti Goffredo”, festosa assemblea sindacale questa mattina alla “d’Annunzio” di Chieti. Un clima nuovo, rispetto agli sguardi bassi degli ultimi tre anni, segno evidente della fine di un’era. Aggiornamento: sequestrati atti nomina pro rettore.

Aggiornamento ore 20.35 – Uomini della Squadra Mobile della Questura di Chieti oggi sarebbero tornati negli uffici del rettorato dell’Università “d’Annunzio” dove avrebbero sequestrato gli atti relativi alla nomina del pro rettore e del sostituto del direttore generale dell’ateneo. Secondo quanto si è appreso quello effettuato oggi è un sequestro probatorio: gli atti sequestrati portano la data del 13 marzo, ovvero lo stesso giorno in cui a Di Ilio e Del Vecchio, che li hanno firmati ciascuno per la propria competenza, è stata notificata l’interdizione. Le nomine riguardano il decano dell’ateneo, il professore Michele Vacca, e il responsabile del settore affari legali Antonio D’Antonio, designati rispettivamente come pro rettore vicario e come sostituto del direttore generale.

Le 4 ore di assemblea sindacale, dalle 10 alle 14, erano state indette la scorsa settimana, ma l’ossigeno puro respirato stamattina nella affollata Aula magna del dipartimento di Lettere della d’Annunzio di Chieti non ha eguali rispetto al clima di odio e sguardi bassi degli ultimi tre anni. Slogan, striscioni e filo conduttore del dibattito, alla presenza dei rappresentati sindacali nazionali, inneggiavano al sindacalista- senatore accademico sospeso da lavoro e stipendio per tre mesi: commenti e reazioni sono stati per tutto il tempo quelli del  giorno dopo l’interdizione di Rettore e Dg. Un vero e proprio ” day after” della “d’Annunzio”, una sorta di 25 aprile liberatorio dal nemico dei piani alti: è stato lo stesso De Carolis a commuovere quasi la platea quando prendendo la parola ha lanciato l’idea di celebrare ogni anno questa data davvero come fosse la vera nascita dell’Università di Chieti e Pescara. A pochi minuti dall’inizio dell’assemblea l’Aula magna contiene a fatica il personale presente: posti in piedi, visi sereni  e voci vivaci danno la misura del rinnovato entusiasmo innescato dal pronunciamento di ieri che ha decretato l’interdizione per sei mesi di Di Ilio e Del Vecchio, Rettore e Dg. Al tavolo dei relatori siedono tutti i sindacalisti nazionali delle principali sigle rappresentate in via de Vestini e viale Pindaro: sono giunti tutti, tranne il delegato della Cisapuni, e agguerriti quasi chiamati a cavalcare un’onda che non ha precedenti storici sebbene la disponibilità ad essere oggi a Chieti l’avessero data ben prima della sentenza di ieri. Il clima è a tratti da stadio, nella sua accezione più calorosa, e ogni volta che qualcuno interviene c’è un riferimento al nuovo, alla fine di un’era, alla voglia di rinascere. Sembrano tutti voler dire la stessa cosa e cioè che la “d’Annunzio” ha bisogno di scrollarsi di dosso, in fretta, vergogne e processi nella sola speranza di tornare ad essere un luogo alto deputato ad aprire menti e smuovere coscienze. Tra il personale presente in massa anche qualche studente che, giustamente, ha chiesto di poter ascoltare cosa si intende fare anche per il loro di futuro. Nel frattempo il Dg interdetto è a L’Aquila per il processo che lo vede coinvolto, con l’accusa di truffa e abuso d’ufficio, insieme all’ex rettore Di Orio e all’imprenditore Gallucci: l’inchiesta è quella sui maxi affitti pagati dall’Università de L’Aquila nell’immediato post sisma 2009 negli anni in cui Del Vecchio era Dg dell’ateneo aquilano. L’assemblea sindacale termina alle 14 con un documento sottoscritto da centinaia tra amministrativi, sindacalisti e docenti uniti nel chiedere che il provvedimento disciplinare inflitto a De Carolis venga annullato. Nel frattempo i 10 direttori di dipartimento, preso atto che il prof Vacca ( in qualità di Decano) dichiarava di “non aver assunto la carica di pro-rettore vicario”, sottoscrivevano un breve documento appellandosi al ministro Fedeli e alle massime cariche in materia universitaria. Nello stralcio più esplicito e significativo si legge che ” ribadita piena fiducia nel prof. Vacca gli si conferisce mandato a rappresentare l’Ateneo nelle sedi ministeriali auspicando che proprio dal ministero arrivi al più presto un supporto dirigenziale per le funzioni amministrative”. Insomma l’università abruzzese che ha l’onore di portare il nome del Vate prova a riemergere con ogni forza dal brutto, di ellenica memoria, in cui è piombata.

Il servizio del Tg8: