Processo Morosini: I defibrillatori c’erano

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Processo Morosini: I defibrillatori d’erano, a confermare l’importante particolare al processo per la morte in campo nella gara tra Pescara e Livorno nell’aprile del 2012,  del centrocampista della squadra toscana Pier Mario Morosini, il dirigente della Digos Leila Di Giulio.

La Di Giulio ha sfilato ieri in tribunale come testimone raccontando nel dettaglio quello che avvenne quel terribile e piovoso sabato pomeriggio allo stadio Adriatico Cornacchia. Morosini si é accasciato a terra dopo quasi 30 minuti di gioco. Dopo venti secondi il medico del Livorno Manlio Porcellini e quello del Pescara Ernesto Sabatini, due dei tre imputati insieme al medico del 118 Vito Molfese, erano già in campo per prestare i primi soccorsi. Sul posto anche un operatore della Croce Rossa che é tornato indietro a prendere il defibrillatore. Ce n’era un altro, ha ricordato la Di Giulio, ed era quello della Misericordia, mentre un terzo defibrillatore era a bordo dell’ambulanza che é arrivata di li a poco. Secondo la Procura i tre medici, imputati per concorso in omicidio colposo . avrebbero potuto evitare la morte del giovane calciatore  se avessero utilizzato i defibrillatori. Altri test saranno ascoltati nella prossima udienza fissata al 2 maggio.