Serie D L’Aquila, Fucili per il miracolo. Ma il progetto tecnico è fallito

Serie D, L’Aquila sceglie Fucili per una remuntada come quella di Cappellacci di due anni fa. Ma per la terza stagione consecutiva ad ottobre il progetto tecnico è fallito. Analisi e riflessioni.

Mastica amaro il popolo rossoblu, un dejavù che rischia di consegnare già a fine ottobre il campionato di serie D agli archivi. Rischia,  perché la classifica dice -10 dall’Ostiamare con Ancona e Teramo avanti ma c’è un filo di speranza chiamato Michele Fucili. Il nuovo tecnico non ha mai lottato per vincere in una grande piazza ma è persona seria, preparata e stimata. Quello che serviva per provare un’impresa sfiorata due anni fa e non riuscita lo scorso anno. Un dejavù, dicevamo,  perché è da tre anni consecutivi che L’Aquila calcio parte con programmi ambiziosi e mai nascosti di voler vincere il campionato e puntualmente dopo pochi mesi alza bandiera bianca per orrori tecnici che non valorizzano la bontà dell’idea societaria di Marco e Giulio, per tutti i “Gemelli”. Fine ottobre e già dieci punti da recuperare, fallimento conclamato di un progetto tecnico. Colpa solo di Pochesci ha detto la società implicitamente con il ds Rossini e l’AD Bernardini che sono rimasti saldamente sulla loro poltrona. Perché se il fallimento fosse stato colpa di tutti andavano a casa anche loro. Il duo Rossini e Bernardini ha invece lavorato h 24 per scegliere ( insieme) il nuovo tecnico. Ed è una scelta che ha sorpreso tutti in positivo. Che ci sia lo zampino di Marco e Giulio?  Per noi invece il fallimento era già annunciato a febbraio dello scorso anno quando alla Domenica Sportiva raccontammo che il duo Rossini Pochesci era stato scelto per guidare l’area tecnica dell’Aquila. Salvo simpatiche smentite su alcuni organi d’informazione da parte di chi ha spesso raccontato bugie, non solo quella dell’infondatezza dell’accordo già raggiunto con Pochesci. Quali bugie?  Una.fa sorridere: per non convincere un anno fa l’Aquila a prendere Alessandro Bruno in panchina ( una scelta che avrebbe fatto solo che bene all’Aquila) fu messo a credere che il miracolo tecnico di Notaresco non era merito dell’attuale tecnico del Latina. Naturalmente pronti ad ascoltare smentite. Sorridiamo e andiamo avanti. Sono tre anni, dicevamo, che L’Aquila in estate grazie alla solidità societaria firmata da Marco e Giulio fa sognare. Una solidità costruita anche grazie a imprenditori che arrivano da fuori e che vogliono ( giustamente aggiungiamo noi) comandare l’area tecnica. Il primo anno fa eccezione perché con Salvatore Di Giovanni le scelte erano condivise con Marco e Giulio e qui forse l’unica tiratina d’orecchie per delle idee che potevano far volare l’Aquila e non sono state attuate. Quali? Portare un uomo di calcio forte e competente, soprattutto con l’Aquila nel cuore senza interessi.. Via Epifani e Bernardini, arriva Cappellacci e L’Aquila sfiora la C. Bravissimo Cappellacci ma sul campo, finalmente, si respirava un clima sereno e quell’organico non era costato tanto quanto quello degli ultimi due anni. Poi la nuova stagione. Torna Bernardini ( perché?), inizia l’era Russo e iniziano i mal di pancia di Cappellaci. Via subito l’allenatore, ecco il ritorno di Pagliari ma squadra costruita senza logica. Via anche Pagliari, l’Aquila può scegliere ( e lo aveva fatto) Bruno ma simpatiche bugie hanno rimandato via l’allenatore e si è optato per De Feudis. Fallimento tecnico in pochi mesi, arriva Durastante ma oramai la Samb è scappata via. Intanto, e siamo a febbraio dello scorso anno, sta nascendo il nuovo fallimento sportivo. Firmato Pochesci-Rossini. Perché fallimento? Perché una squadra blasonata e con budget a tanti zeri come L’Aquila doveva puntare su figure che avevano un curriculum con vittorie in categoria. Costruzione della squadra senza un perché, undici forte ma senza una panchina all’altezza messo poi in campo senza una logica tattica. Due più due fa quattro, a fine ottobre si mastica amaro. Ma questa società, ripetiamo oggettivamente fortissima sul piano economico ed è un grande merito, esonerando Pochesci ha ritenuto che la colpa sia stata solo del mister. E che l’organico sia stato invece costruito bene. Fucili ( ha eliminato L’Aquila lo scorso anno ai play off) darà le prime risposte a breve ma per il futuro un consiglio. Si riempia l’Aquila di figure all’altezza del blasone della società. Si pensi due volte prima di allontanare o depotenziare gli aquilani dalla società ( sempre per via delle bugie di cui sopra) perché scomodi a qualcuno. Un consiglio utile per non arrivare ancora ad ottobre con un conclamato “tutto da rifare”. Ora la speranza è che Fucili, con la forza della società, sia in grado di fare un’impresa simile a quella di Cappellacci.  E si chieda scusa a Lorenzo Del Pinto per come è stato trattato. In un calcio dove le bandiere non esistono più Lorenzo rappresentava uno dei pochi esempi. Oltre ad essere calciatore di primissimo piano. Se non lo hanno fatto loro, lo facciamo noi. Scusa Lorenzo.

Enrico Giancarli: