L’Aquila, Accord Phoenix. Sfuma la vendita, sul futuro deciderà Mediobanca

foto di marianna gianforte

Non si parla più di vendita, almeno non per il momento, dell’Accord Phoenix spa, l’azienda nata nell’ex polo elettronico per rigenerare i materiali provenienti dai rifiuti elettrici ed elettronici, allo scopo di estrapolare ‘materie prime seconde’ come rame, vetro, alluminio.

A dirlo, a margine della firma di un accordo quadro con l’università dell’Aquila questa mattina, è stato il direttore generale dell’Accord Phoenix Francesco Baldarelli, che parla per la prima volta dopo la nuova inchiesta che ha rischiato di mettere un freno al futuro di una delle realtà industriali più importanti per la città, in cui la politica, i sindacati e tante istituzioni e cittadini hanno creduto di più negli ultimi anni per risollevare le sorti occupazionali e industriali della città, colpita negli ultimi 15 anni dalla crisi economica prima ancora che dal terremoto. L’inchiesta è quella che ha portato al sequestro preventivo, da parte dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza, di quasi 5 milioni di euro di fondi post-sisma. Indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche i vertici dello stabilimento: Ravi Shankar, Francesco Baldarelli e Luigi Ademo Pezzoni, tutti presenti questa mattina.

L’attività produttiva dunque andrà avanti con l’impegno finanziario del Fondo americano che rappresenta il maggior azionista dell’Accord Phoenix. Sarebbe stato un colpo mortale per l’occupazione, già fortemente ridotta e precaria all’Aquila se l’impegno non fosse stato confermato. Le parole del presidente Valtorta vengono confermate da quelle di Baldarelli: ci penserà Mediobanca a stabilire la strada e le strategie per valorizzare l’Accord Phoenix, decidendo o meno per un’eventuale vendita. Intanto occorre andare avanti, far funzionare i macchinari, tutti altamente tecnologici, e far lavorare i dipendenti. Per ora resta congelata l’assunzione di ulteriori 10 lavoratori (che sarebbero così arrivati a 70) previsti alla fine di giugno: meglio aspettare gli sviluppi dell’inchiesta. Intanto i legali dell’azienda sono pronti a consegnare la loro documentazione alla Procura, che nel frattempo ha dissequestrato sia i fondi sia i macchinari sequestrati a maggio, “per dimostrare – spiega Baldarelli – che abbiamo sempre operato nella massima trasparenza e nel rispetto delle norme”.

A settembre, si spera, ci sarà un incontro con i sindacati e da quel momento la ripresa del percorso interrotto con l’inchiesta.

Il servizio del Tg8